ROMA – In Confcommercio la notizia è stata una tsunami. Secondo quanto riportato dal Corriere dell Sera, da 5 mesi ricatti, giochi di potere, accuse reciproche e richieste di dimissioni stanno tenendo impegnati i vertici della confederazione che rappresenta oltre 700mila imprese in tutta Italia.
Al centro della bufera proprio il presidente Carlo Sangalli per una vicenda in cui c’è chi lo accusa di presunte molestie sessuali. Dal canto suo Sangalli nega e grida al complotto. Ad organizzarlo sarebbero state diverse anime dell’associazione per estrometterlo in vista dei prossimi appuntamenti assembleari. Ma bisogna andare con ordine.
La donazione ad una segretaria e le presunte molestie sessuali
Da un lato, appunto, c’è Carlo Sangalli. Dall’altro Renato Borghi, Paolo Uggé e Maria Luisa Coppa, tre dei sette vicepresidenti di Confcommercio. Il 7 giugno 2018 hanno chiesto le dimissioni di Sangalli. Dimissioni richieste per questioni “etico-morali”, che lo avrebbero reso incompatibile con la carica da lui ricoperta. Il riferimento, non esplicito e manifesto, è riferito ad un episodio dello scorso gennaio. Sangalli avrebbe firmato un atto di donazione di circa 216mila euro in favore di una sua ex collaboratrice. Un atto connesso a delle presunte molestie sessuali risalenti al 2011-2012. Ma nessuno dei due, prima di firmare, avevano presentato denunce in magistratura.
Sangalli si difende: è un complotto. E denuncia tutt
In un comunicato di Confcommercio si legge: “Il presidente è stato oggetto di una lunga e ben orchestrata sequenza di episodi: minacce e lettere anonime. Di una violenza psicologica che lo ha profondamente segnato“. E ancora: si giustifica così il perché versò una donazione “pur non avendo alcuna colpa“.
A seguito di questo la richiesta di dimissioni con “toni minacciosi“. Sarebbe un complotto architettato a pennello, ma che Sangalli ha denunciato alla magistratura solo ad ottobre. E’ coinvolto anche Francesco Rivolta, direttore generale, che sempre il mese scorso è stato licenziato dal presidente di Confcommercio. Rivolta era presente dal notaio di Roma al momento della donazione alla segretaria di Sangalli e compare tra i denunciati di Sangalli per diffamazione con i tre vicepresidenti, la segretaria stessa e per estorsione. Tra l’altro Rivolta accusa il suo ormai ex presidente di aver violato lo statuto avendolo licenziato dal ruolo di direttore generale. Insomma, un gran polverone.
Faccia a faccia in consiglio
Il 14 novembre ci sarà un confronto in sede istituzionale tra Sangalli e i tre vicepresidenti Renato Borghi, Paolo Uggé e Maria Luisa Coppa. Nel prossimo consiglio il presidente dovrà ripercorrere l’intera vicenda per far fronte all’accusa di aver danneggiato l’immagine di Confcommercio. Il rischio è quello di vedersi contestare un comportamento contraddittorio. In ogni caso, molti i messaggi di vicinanza e fiducia però da tutta Italia per una vicenda che sta assumendo le caratteristiche di un vero e proprio caso nazionale.