Acquaviva, è rivolta per l’Oasi

Acquaviva, è rivolta per l'Oasi
Acquaviva, è rivolta per l'Oasi

CASERTA “Non permetteremo che abbattano gli alberi e distruggano i giardini dell’Oasi, soprattutto non per un parcheggio inutile come quello che hanno intenzione di costruire”: i residenti del quartiere Acquaviva scendono in strada per protestare contro il progetto del Comune di Caserta, che prevede la costruzione di un’area di sosta in via Feudi di San Martino

“Perché costruire un parcheggio sotterraneo in questo quartiere di cui nessuno sente il bisogno? – queste la parole di Matteo Palmisani, della Lipu Caserta – A chi giova? Stiamo parlando di una zona compresa tra due stradine strette, un ‘budello’ da cui è difficile uscire e che non porta da alcuna parta. Qual’è il nostro destino? Morire ingoiati dal cemento? E’ per questo motivo che è arrivata ad intervenire anche la Curia, che ha chiesto l’aiuto di associazioni e comitati. La giunta del sindaco Carlo Marino farà la sua parte? Riqualificheranno le palazzine del rione di via Trento? O abbatteranno gli alberi, come sembra abbiano intenzione di fare, per ricoprire l’area di cemento ed asfalto?”. Non è solo una questione di ambientalismo, come sottolineano gli attivisti del Comitato Città Viva. “In questo piano sono previsti altri due progetti ‘sponda’ – spiega Virginia CrovellaPer cui hanno presentato istanza di accesso agli atti e interrogazione i consiglieri Giovine, Fusco e Vignola. Il primo riguarda un centinaio di appartamenti che verranno costruiti nell’area della Saint Gobain. Il secondo un impianto sportivo privato all’interno dell’area delle ‘casermette’ che si trova lungo il vialone Carlo III. In entrambi i casi progetti che vengono programmati senza che il Comune abbia neppure un piano regolatore, il tutto in totale anarchia”. Non tutta la politica appoggia il progetto calato dall’alto da Palazzo castropignano. “Siamo al fianco dei residenti del rione Vanvitelli – sono le parole del consigliere comunale di Caserta Decide Raffaele GiovineE’ per questo che cercheremo di far addivenire a più miti consigli l’amministrazione comunale. In questa parte della città, unendo i due parchi, si potrebbe arrivare a creare una zone verde di un ettaro e mezzo. I fondi ci sono e il piano si chiama ‘Qualità dell’Abitare’ e questo migliorerebbe la vite dei residenti del rione Iacp”. Il piano non piace alle associazioni e ai comitati. Che nella giornata di ieri sono scesi in strada per manifestare. Tanto contro l’abbattimento degli alberi quanto per contrastare la distruzione dell’area verde. “Un progetto a dir poco assurdo – sono infatti le parole di Giuseppe Romanelli, presidente del Comitato Città Viva – Si fa tanto a parlare di transizione ecologica ma poi si arriva a costruire un parcheggio in quest’area, distruggendo il verde. Addirittura l’Unione Europea ha già decretato per lo stop alla vendita di auto inquinanti per il 2035. Qui, invece di potenziare servizi e mezzi pubblici, si costruisce un parcheggio inutile”. Il corteo si è mosso dalla villetta di via Arno, dove si sono radunati gli abitanti del quartiere. Da qui hanno raggiunto l’Oasi verde in via Feudi di San Martino. Una passeggiata breve ma che da subito ha messo in chiaro quale fosse  la problematica sollevata dai manifestanti. Perché in poche decine di metri i residenti del quartiere Acquaviva si sono trovati a passare accanto alle palazzine del rione Iacp, dove hanno potuto constatare la presenza di detriti e pezzi di calcinacci. Un po’ ovunque le palazzine mostrano segni  di crolli e cedimenti. Un autentico pericolo per gli abitanti del quartiere. Dove però, a quanto pare, dal progetto Pinqua viene tenuta fuori la manutenzione ed il recupero per le palazzine delle case popolari. Nella strada sono già presenti tre parcheggi privati. Cinque, considerando le due aree di sosta vicino all’ingresso della stazione ferroviaria. A cui si aggiungono gli spazi dell’università Vanvitelli, dotata di un’area di sosta per il personale. Il supermercato, così come l’area di rifornimento vicina, entrambe sono dotate di un parcheggio. Nove, in poche centinaia di metri. Dove il Comune, per costruirne un altro, vuole distruggere l’Oasi di via Feudi di San Martino.

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