E’ un giorno triste, per Napoli, per il mondo accademico, per la nostra redazione. Con la morte di Ernesto Paolozzi viene a mancare un pezzo importante del Sud Italia che non si arrende. Di quel Meridione orgoglioso, consapevole della propria nobiltà, custode del passato e speranza per il futuro. Spesso onorava noi e i nostri lettori del suo punto di vista sui temi più disparati, sorprendendoci sempre con la lucidità del suo sguardo. Lo chiamavamo professore (era ordinario di Storia della Filosofia Contemporanea all’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli) non solo per il rispetto che si deve a chi illumina il mondo che lo circonda con la sua saggezza e lungimiranza. Lo facevamo soprattutto perché lo è stato e continuerà ad esserlo ancora a lungo. Un esempio da seguire. Un tesoro di esperienza e di cultura. Le sue lezioni di politica, di filosofia, di vita, rappresentano un’eredità inestimabile per chi resta. Voleva bene ai giovani, il nostro prof. E aveva a cuore il loro destino. Viveva, ragionava e parlava come un buon padre di famiglia. E’ questo che lo spingeva a scrivere bei libri di facile lettura, consapevole dell’immenso valore della divulgazione nei tempi bui che stiamo attraversando. E anche per questo aveva avviato un ciclo di lezioni su Benedetto Croce su YouTube. Un guerriero che combatteva il nulla che riempie la comunicazione di massa con gentilezza e passione. Sottovoce. Guardava oltre, il nostro prof. Aveva capito che il progressivo peggioramento delle condizioni dei lavoratori non solo in Italia, ma nel mondo, è un processo irreversibile. E alla sua età si consumava nella ricerca di una soluzione al problema. Vedeva un futuro in cui lavorare non è più sinonimo di schiavitù, ma lo strumento attraverso il quale gli uomini possano esprimere la propria natura, la propria creatività. Come Diogene di Sinope, un filosofo greco che citava spesso, non si limitava a cercare la via per la felicità o quella per la libertà. La sua intera vita è stata dedicata alla ricerca dell’uomo. Speriamo tutti che tu lo abbia finalmente trovato, caro professore. Magari ora ne starai discutendo con Diogene in persona.