Adescamenti sul web ed estorsioni, in 5 a rischio processo. Sono di Castelvolturno e Frattaminore

La tesi dell’accusa: cardine di questo meccanismo una 51enne, gli altri quattro coinvolti erano i suoi complici. Il pm: protagonisti di ‘cavalli di ritorno’, indebito uso di carte di credito e sequestro di persona. A fine giugno affronteranno l’udienza preliminare dinanzi al Tribunale di S. Maria Capua Vetere.

Ivan Carandente
Ivan Carandente

Prima l’adescamento sul web, sfruttando una piattaforma di incontri, poi, una volta creato il contatto e organizzato l’appuntamento con la vittima, iniziavano le richieste di aiuto economico che, in poco tempo, si sarebbero trasformate in estorsione. È questo meccanismo il fulcro dell’indagine, coordinata dal pm Gionata Fiore, che rischia di trascinare a processo 5 persone.

Protagonista dell’adescamento, hanno ricostruito i carabinieri di Castelvolturno, è Elisabetta Visconti, 51enne del Litorale. Ad aiutarla in queste condotte sarebbero stati Ivan Carandente, 27enne, e Luigi Biondi, 18enne, entrambi castellani. Con i tre, accusati di estorsione in concorso, rischiano il rinvio a giudizio pure Crescenzo Vergara, 45enne di Frattaminore, e Angelo Galdiero, 27enne di Castelvolturno, accusati di utilizzo indebito di carta di credito altrui e, in concorso con Visconti, di sequestro di persona e di estorsione.

La Visconti, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il 13 luglio scorso avrebbe adescato sul web un 80enne di Napoli: gli aveva fatto credere di essere interessata a lui sentimentalmente, riuscendo ad attirarlo in casa. E qui sarebbe intervenuto Biondi, dicendo all’anziano che l’auto con cui era arrivato gli era stata rubata, incaricandosi, però, di contattare alcune persone affinché gliela restituissero. A questo punto arrivano, ha ricostruito la Procura, Carandente e un’altra persona non identificata.

I due rassicurano la vittima spiegandogli che avrebbero contattato l’autore del furto per trattare la restituzione. E per concretizzarla si fanno versare 850 euro in contanti dall’80enne e la sua carta del conto corrente corredata di Pin con cui si recano presso un supermercato per fare una spesa di 720 euro. Al ritorno, restituiscono documenti e chiavi dell’automobile. Alla Visconti la Procura contesta anche il reato di violenza privata: avrebbe minacciato l’anziano affinché non sporgesse denuncia ai carabinieri su quanto accaduto.

L’estorsione che le viene addebitata insieme a Galdiero e Vergara risale, invece, al 14 novembre 2022. Stessa dinamica di quella che si sarebbe verificata il 13 luglio scorso: prima il contatto con la vittima sul web e poi l’incontro nel suo appartamento, a Bagnara. Ma in questo caso, la donna, dice la Procura, avrebbe architettato uno stratagemma per far emergere le sue difficoltà economiche, inducendo l’uomo ad aiutarla.

L’avrebbe anche accompagnato a fare la spesa e mentre erano fuori, gli ipotizzati sodali della Visconti avrebbero rubato la vettura alla vittima. Auto che gli venne ridata dopo che sborsò 500 euro. Insomma, ancora ‘cavallo di ritorno’. Nel collegio difensivo dei 5 imputati, da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile, ci sono gli avvocati Clemente Crisci, Ferdinando Letizia, Vincenzo Romano e Pietro Rossi. L’udienza preliminare prenderà il via a fine giugno dinanzi al giudice Angelina Maccarone del Tribunale di S. Maria Capua Vetere.

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