Agostino Piccolo si pente, trema il clan

Agostino Piccolo si pente, trema il clan
Agostino Piccolo si pente, trema il clan

MARCIANISE (r.dr.) – Ennesimo colpo al clan dei Quaqquaroni. Non si potrebbe tradurre altrimenti la decisione dell’imprenditore Agostino Piccolo, 42enne di Marcianise e cugino del boss Achille Piccolo, di iniziare la collaborazione con la magistratura. Un ‘pentimento’ in piena regola che rappresenta l’ennesima tegola sui vertici del clan. Una notizia che è arrivata direttamente in Tribunale dove ieri mattina si teneva l’udienza preliminare del processo a carico delle nuove leve del clan Piccolo-Letizia. A fare l’annuncio è stato il Pubblico Ministero della Direzione distrettuale antimafia Raffaele Francesco.  Alla sbarra, oltre ad Agostino Piccolo, ci sono anche Gaetano Monica, Salvatore Letizia (fratello del collaboratore di giustizia Primo Letizia), Ottavio Sorbo, Gaetano Viciglione, Amedeo Belvisto e Pasquale Regino. E’ stato il giudice per l’udienza preliminare, Fabio Provvisier a rimandare tutto al 9 novembre. Nel frattempo è necessario acquisire al processo i verbali degli interrogatori che il neo collaboratore di giustizia sta rilasciando alla Dda. Dichiarazioni molto attese per svelare gli intrecci tra il clan camorristico, le imprese utilizzate dalla criminalità e i colletti bianchi che, sul territorio con il loro operato, le favoriscono. Un ruolo fondamentale che rende ancora più attese le dichiarazioni di Piccolo che, fino al blitz di primavera in cui è stato arrestato e condotto in carcere a Vibo Valentia, era completamente incensurato. L’attenzione della Dda è ai massimi livelli visto che il clan Piccolo-Letizia di Capodrise ha provato a riorganizzarsi dopo gli arresti che avevano decapitato e smantellato la maggior parte delle attività del clan rivale, quello dei Belforte di Marcianise. Una espansione delle attività criminale che ha richiesto un lungo e serio lavoro di indagine concretizzatosi, all’inizi dello scorso aprile, nell’ordinanza di custodia cautelare richiesta dal Sostituto Procuratore Luigi Landolfi. L’udienza di ieri mattina, però, è servita anche alla costituzione come parte civile delle vittime a cui il clan aveva richiesto soldi tra il 2014 e il 2015, e di nuovo nel 2019 (questi almeno i casi emersi nella fase delle indagini). Tra questi anche l’imprenditore Paolo Siciliano dell’omonima catena di supermercati e l’avvocato capodrisano Massimo Golino. Racket e richieste di denaro o di beni di consumo come le scarpe firmate che Gaetano Monica si procurava taglieggiando gli esercenti che non potevano versare contanti. Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Mariano Omarto, Mirella Baldascino e Nicola Russo

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