Alleanza di Secondigliano e Mazzarella, i due gruppi si contendono i business tra capoluogo e provincia

L’analisi della procura di Napoli sulla camorra: “Imprese a rischio, estorsioni in calo perché i clan puntano all’acquisizione”

NAPOLI – “Mezzi di distrazione di massa”. Si potrebbero definire così i gruppi di giovanissimi criminali che seminano il terrore lungo le strade del centro storico. Appendici armate e rumorose di organizzazioni criminali ‘monolitiche’ che restano alla finestra e osservano. E continuano a fare affari. Due emisferi criminali, due macrosistemi di camorra che fagocitano i gruppi minori e li spingono allo scontro, tenendosene fuori. Da una parte c’è l’Alleanza di Secondigliano, cartello attivo da almeno trent’anni, nato dall’accodo dei Licciardi della Masseria Cardone di Secondigliano, dei Contini del Vasto e dei Mallardo di Giugliano. Dall’altra ci sono invece i Mazzarella e tutti i loro satelliti.

Secondo l’Antimafia, in alcune aree, accanto ai citati clan strutturati, operano piccoli gruppi a composizione, per lo più, familiare che riescono ad acquisire il controllo anche di limitati spazi territoriali, spesso come referenti territoriali. Piccoli gruppi che, in alcuni casi, conquistano la scena criminale per un limitato arco temporale, si connotano soprattutto per un uso sistematico della violenza e “per scelte operative quasi sempre di matrice conflittuale”, con conseguenti cruente faide con gruppi di analoga composizione.

E’ stato così, ad esempio per il gruppo Sibillo dei Decumani, emanazione dei Rinaldi, e il gruppo dei Buonerba che invece faceva capo ai Mazzarella, tra i cui capi figura Salvatore ‘Totoriello’ Barile. La cosca del rione Luzzatti, data per finita fino a qualche tempo fa, non solo è risorta dalle sue ceneri ma ha creato una rete di alleanze che, in breve tempo, ha permesso al clan di prendere il controllo di buona parte del centro cittadino. I Mazzarella, grazie alle intese con gruppi minori, come i Buonerba, i Perez-Iodice e i Ferraiuolo ha già conquistato parte di Forcella, la zona dei Decumani e la Maddalena. Il clan, grazie alla rinnovata intesa con i Caldarelli, ha messo piede anche nelle ‘Case Nuove’ mentre l’inedita alleanza con i Sequino ha permesso alla cosca di allargare i suoi interessi anche nella Sanità. Non meno importanti sono i collegamenti con alcune formazioni criminali dell’hinterland come la ‘costola’ che controlla il rione Pontecitra di Marigliano e il gruppo attivo a Somma Vesuviana.

Entrambi i sodalizi sono considerati parte integrante dell’organizzazione mazzarelliana. Le oscillazioni criminali
La disarticolazione del cartello criminale che comprendeva le famiglie De Luca Bossa-Minichini-Rinaldi-Schisa-Aprea ha lasciato dietro di sé una situazione non ancora del tutto decifrata, in cui non è ancora chiaro se le vecchie alleanze sono ancora in vigore oppure se nuove intese siano state raggiunte. Quello che è certo è che, ad esempio, nella zona di Ponticelli sono diversi i gruppi criminali che stanno cercando di farsi spazio anche se, al momento, i De Luca Bossa-Minichini, nonostante l’arresto di Michele Minichini, sono ancora considerati protagonisti indiscussi della scena criminale. Due emisferi, dunque, che tuttavia non disdegnano di “dimenticare il sangue versato per fare affari insieme” specifica il procuratore Giovanni Melillo.

Per rafforzare forme di consenso, i clan più strutturati “garantiscono ai propri affiliati e ai fiancheggiatori una serie di garanzie marcatamente assistenziali” specifica l’Antimafia, come “incentivi economici, sistematiche coperture legali, sostegno alle loro famiglie, messa a disposizione di strutture e professionalità accessibili secondo canali privilegiati e non istituzionali11, tutti elementi che rafforzano la credibilità del clan”. Al pari delle sanzioni spesso cruente, i meccanismi di protezione interna garantiti agli affiliati rimangono sempre funzionali alla tutela della solidità delle organizzazioni. “Si tratta di una struttura sempre pronta, capace di sostituirsi allo Stato-apparato e in grado di sfruttare a proprio vantaggio la disperazione economica, le sofferenze ed i disagi delle famiglie, per ottenere seguito e reclutare manovalanza”. Proprio dallo stato di disagio sociale e di illegalità diffusa derivano quelle forme di gangsterismo che non sono camorra.

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