NAPOLI (Gianmaria Roberti) – Vertenza allevatori bufalini, tensione alle stelle. I titolari delle aziende – da mesi sulle barricate contro il Piano regionale di eradicazione della brucellosi – hanno bloccato la Domiziana (nella foto). Una protesta spontanea, dopo la notizia del tentato suicidio di un allevatore. Un gesto di disperazione, avvenuto mercoledì sera. L’uomo ha cercato di impiccarsi, dopo l’abbattimento totale delle sue bufale. L’azienda è all’asta e lui non sa come pagare il mutuo e i debiti. A salvarlo, l’intervento in extremis dei familiari. L’episodio ha fatto detonare la rabbia dei colleghi, che denunciano di essere allo stremo. Una trentina di trattori è scesa in strada, fermando la circolazione, fra le 10 e le 13,30, all’altezza della Rotonda dell’Agnena. “Chiediamo scusa a tutti i cittadini per l’enorme disagio creato sulla Domiziana – dice Adriano Noviello, presidente dell’Associazione di tutela allevamento della bufala mediterranea -. Siamo disperati. Le nostre aziende stanno chiudendo una dietro l’altra. È ormai un anno che stiamo cercando il confronto con le istituzioni ma ci siamo scontrati contro un muro di gomma. Il dialogo è la nostra priorità, la lotta la nostra unica salvezza”. Durante la manifestazione, Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento unitario, si è recato in Prefettura, su invito della questura di Caserta. A Palazzo di governo ha incontrato il viceprefetto Ciro Silvestro. La richiesta degli allevatori alla prefettura è di convocare un “Tavolo con De Luca per aprire il confronto dopo che per mesi il movimento ha avanzato mille proposte ed ha messo in campo grandi prove di ragionevolezza”. Silvestro – rivendicando l’impegno per una soluzione condivisa – ha evidenziato le difficoltà legate al periodo ferragostano. Dunque, secondo il coordinamento degli allevatori, il viceprefetto ha chiesto “disponibilità e comprensione perché la Prefettura possa mettere in campo le sue iniziative”. Intanto, in giro si respira paura. In diverse aziende, tra quelle sul fronte di battaglia, si sarebbero registrati raid incendiari, contro i capannoni, e furti di attrezzature. “Il problema non sono tanto i furti nelle campagne, ma – spiega però Fabbris – le pressioni che si stanno esercitando nei confronti degli allevatori. In questo momento, non sono impauriti tanto dal fatto che le aree rurali sono lasciate allo sbando, ormai una triste normalità, ma per quello che sta accadendo nelle aziende dal punto di vista delle iniziative della Regione. Io l’ho anche posto al prefetto che nei confronti degli allevatori c’è un clima di intimidazione”. Secondo il portavoce del coordinamento, “i controlli per l’applicazione della profilassi del Piano di eradicazione è bene che si facciano, ma si stanno facendo in maniera inaudita. Parliamo di 40 persone che si presentano in azienda, tra finanza, polizia, nas, per accompagnare due veterinari”. Insomma, saremmo “al fatto, da me già denunciato tempo fa, che c’è un clima intimidatorio per le aziende che, legittimamente, in questo periodo stanno protestando. Abbiamo persino rilevato – e per il momento rilevo il rischio, ma lo accerteremo nei prossimi giorni – che nei confronti dei veterinari che stanno andando a fare i controlli viene esercitata una pressione, per cui la loro produttività non è valutata tanto sulla base di quanti casi di brucellosi prevengono, ma per quante sanzioni elevano”. E i nervi restano a fior di pelle.
Schiaffo di Oliviero, schierato con le aziende: “La politica non può sottrarsi al confronto”
Nello scontro tra allevatori bufalini e Regione, il presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero, si schiera con i primi. “Ancora una volta – dice – esprimo la mia vicinanza e solidarietà agli allevatori che hanno dichiarato lo stato di agitazione fino al 25 settembre, per evidenziare i danni irreversibili prodotti nel loro comparto. Con sincerità e senza alcuna difficoltà dichiaro che sono profondamente turbato oltre che indignato perché il grido di dolore, corretto e responsabile degli allevatori, ha avuto in questi mesi sterile eco. La comunicazione ai Prefetti di Napoli e Caserta oltre che al Questore di Caserta ha rappresentato l’ultimo appello affinché la questione ritornasse nell’ambito della dialettica istituzionale. La politica non può omettere l’ascolto e il confronto. Un intero territorio, tantissimi sindaci, centinaia di aziende ed operatori stanno chiedendo una inversione di rotta su un settore in cui la mattanza delle bufale sta distruggendo radici imprenditoriali forti e storiche”. Oliviero evidenzia che “un intero comparto rischia di soccombere per l’imprudente approccio. Bisogna far presto e subito, per cambiare metodo e modalità operative. Ci troviamo dinanzi ad aziende che producono una parte rilevante del Pil regionale e nazionale che meritano il rispetto della interlocuzione senza se e senza ma”.
“Gli allevatori sono stati da sempre disponibili ad offrire un contributo di idee al riguardo. Si apra subito un tavolo di confronto scevro dai condizionamenti di chi fin qui ha impedito che la questione trovasse le più semplici ed elementari soluzioni. In questa direzione – conclude Oliviero – la presidenza del Consiglio regionale si rende ancora una volta disponibile per costruire soluzioni attraverso momenti di utile confronto”. Sulla vertenza, si registrano molte reazioni.
Il deputato forzista Carlo Sarro si interroga: “Cos’altro deve accadere perché le più alte istituzioni dello Stato intervengano sulla vertenza bufalina casertana e sospendano ad horas l’attuazione del famigerato piano regionale per l’eradicazione della brucellosi?”.
Per Giovanna Petrenga, senatrice di Fratelli d’Italia, “De Luca fa finta di niente sulla crisi del settore”. Alfonso Piscitelli, consigliere regionale di FdI, rileva: “Il mancato ascolto delle ragioni degli allevatori bufalini, la disattenzione verso il loro dramma è indice di scarsa sensibilità istituzionale”.