MILANO – “Abbiamo un’affermazione che va dal 10 al 25%, se si considerano L’Aquila, Palermo, Catanzaro e Parma, i quattro capoluoghi di provincia in cui noi abbiamo fatto la scelta molto radicale di andare da soli”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Carlo Calenda, leader di Azione.
“C’è un’area che rifiuta queste grandi coalizioni dove c’è tutto e il contrario di tutto. E che ci sia questo spazio è dimostrato anche dalla disastrosa mole delle astensioni – afferma – È chiaro che le due coalizioni non riescono più a portare la gente a votare. Questo è il dato vero. E noi recuperiamo un po’ di voto di centrodestra e di centrosinistra che altrimenti si sarebbe trasformato in astensione. Siamo andati bene in territori molto diversi, ma i profili dei nostri candidati erano simili: molto civici, molto equilibrati dal punto di vista politico e molto pragmatici. Insomma, mi pare di poter dire che questo spazio politico si sta allargando, a fronte di una situazione che vede invece la liquefazione del campo largo. Quello di quest’area riformista, pragmatica, che non sta tutto il giorno a parlare di fascisti e comunisti, è un lavoro importante anche per il Paese perché riporta la gente a votare”.
“I Cinque Stelle avevano già perso voti. Ma il Pd ha infilato a forza nell’alleanza il M5S anche al Nord, dove è debolissimo – aggiunge – La cosa che colpisce è che il Partito democratico non ha aperto nessun canale di discussione con noi, e ha costruito questa alleanza a partire dai 5 Stelle. Io non ho mai sentito Letta in queste Amministrative. Davanti a un’area riformista che si rafforza enormemente, il Pd l’unica cosa che fa, soprattutto per opera di Francesco Boccia, è siglare intese in tutti i comuni unicamente in rapporto con i 5 Stelle. Una miopia totale”. Dal suo punto di vista, il Pd non cambierà idea sui Cinque Stelle: “Non cambieranno mai idea perché c’è un mondo in quell’area che cerca di muovere guerra ai riformisti”.
“Quello che abbiamo capito con queste comunali è che anche con un sistema super bipolarizzato un’area terza c’è comunque e funziona. Se noi alle prossime Politiche prendiamo il risultato della città dove siamo andati peggio, cioè Parma, non si forma un governo né a destra né a sinistra e questo è il nostro obiettivo per poter avere invece un governo di larga coalizione, che tagli le estreme e prosegua con Draghi”, prosegue.
Calenda sottolinea che con Renzi c’è la “disponibilità a discutere”. “Però – spiega – faccio notare che nelle quattro città dove c’era un terzo polo al di là delle chiacchiere Iv ha sempre scelto di stare con la sinistra o con la destra. Quindi Renzi faccia meno dichiarazioni sull’area Draghi: piuttosto pensiamo a costruirla sul serio”.
(LaPresse)