Fondi alle periferie cancellati dalla conferenza unificata, l’Anci abbandona la seduta: “I sindaci non si fanno prendere in giro”

Il presidente Decaro: "Ci vediamo costretti, nostro malgrado, a interrompere le relazioni istituzionali e ad abbandonare la Conferenza Unificata"

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 04-09-2018 Roma Politica Camera dei Deputati. Conferenza stampa dell'ANCI Nella foto il Sindaco di Bari e Presidente dell'ANCI Antonio Decaro Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 04-09-2018 Roma (Italy) Politic Chamber of Deputies. Press Conference by ANCI In the pic the Major of Bari and ANCI President Antonio Decaro

ROMA – I fondi alle periferie cancellati dai punti all’ordine del giorno e l’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) decide di abbandonare la riunione.  E’ quanto avvenuto nel corso dell’ultima riunione della conferenza unificata. La decisione è stata presa dal presidente dell’Anci: “Ci vediamo costretti, nostro malgrado, a interrompere le relazioni istituzionali e ad abbandonare la Conferenza Unificata – ha dichiarato Antonio Decaro mentre lasciava la riunione. – I sindaci non si fanno prendere in giro, non sapevo che nel contratto di governo fosse stato deciso di strappare tutti i contratti fra istituzioni”.

I fondi alle periferie lasciati fuori dalle intenzioni del governo

Parole forti, che lasciano trasparire un malcontento visibile da parte dell’associazione. Risale a mercoledì scorso la riunione del direttivo nella quale Decaro aveva evidenziato i passi avanti fatti col premier Giuseppe Conte. Al contempo era stata resa nota la decisione che avrebbe preso nel caso in cui alla riunione non si fosse discusso dei fondi in questione. “Se quell’impegno non si realizzasse – anticipò il presidente – non avremmo certo timore a protestare, anche in modo eclatante”. In particolar modo c’era stato l’incontro con i tecnici del Mef per arrivare a una proposta capace di mantenere gli impegni delle convenzioni con le città.

Il progetto iniziale accordato con Conte

L’accordo iniziale prevedeva che venissero stanziati dei fondi nell’arco di un triennio, sulla base delle effettive necessità degli enti comunali. Lo stesso Conte, in una nota, aveva spiegato che la soluzione sarebbe stata quella di inserire nel primo decreto utile, successivo al Milleproroghe, una norma. Quella che “di fatto desse la possibilità di recuperare la realizzabilità dei progetti già in fase avanzata”. Una proposta disattesa.

 

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