PASTORANO – Una morte che inizialmente sembrava naturale, ma che ha finito per aprire un’inchiesta dai contorni tragici. Una donna fragile, malata, sola nella sua casa. Una badante non qualificata. E dei familiari che, col cuore in pezzi, si sono fidati del proprio istinto: “Qualcosa non torna”. E’ da questo dolore che prende il via il caso di Carmela Caimano, 70 anni, trovata morta lo scorso 20 maggio nella sua abitazione di via Roma, a Pastorano.
A prendersi cura di lei, almeno sulla carta, era Natalia Flighinskaia, 67 anni, originaria della Moldavia, domiciliata a Sparanise. Nei suoi confronti, ieri mattina, è stato eseguito un fermo per omicidio colposo, emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. L’accusa è grave: avrebbe omesso di chiamare i soccorsi dopo una caduta dell’anziana, sottovalutando le conseguenze del trauma che, secondo i primi accertamenti, sarebbe poi risultato fatale.
A dare il via alle indagini è stata la nipote della vittima, che ha sporto denuncia contro ignoti, insospettita da alcuni elementi che non combaciavano con la ricostruzione di una “semplice” morte naturale. Il medico di famiglia, la dottoressa S. M. C., aveva inizialmente firmato il decesso come tale. Ma i dubbi dei familiari, insistenti e lucidi, hanno convinto i carabinieri di Vitulazio e Capua ad avviare accertamenti più approfonditi.
Il quadro che è emerso ha fatto emergere gravi lacune nella gestione dell’assistenza all’anziana. Carmela Caimano era malata, non autosufficiente, dipendeva completamente da chi la accudiva. E proprio nel momento più delicato – una caduta, un trauma, la paura, il dolore – sarebbe rimasta sola, senza aiuto, perché chi era lì con lei non ha ritenuto necessario contattare il 118. Un errore tragico. Forse dettato da ignoranza, forse da negligenza, forse da paura. Ma che ora ha conseguenze penali pesanti.
Natalia Flighinskaia, secondo i militari, non era in possesso di alcuna abilitazione professionale per svolgere il ruolo di badante. È stata fermata alla stazione ferroviaria di Sparanise, con una borsa, pronta a salire su un treno. Un dettaglio che ha fatto scattare il timore di un possibile tentativo di allontanamento. Da lì, il fermo e il trasferimento in caserma.
Questa mattina, la donna è comparsa davanti al gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per l’interrogatorio di garanzia. Il giudice ha convalidato il fermo, disponendo nei suoi confronti la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Pastorano è un paese piccolo, dove tutti si conoscono. La notizia ha scosso profondamente i residenti.
Il caso di Carmela non è solo cronaca. È il riflesso di una realtà troppo diffusa, in cui gli anziani, spesso non autosufficienti, vengono affidati a persone senza titoli, senza formazione, magari con buona volontà, ma senza strumenti per gestire situazioni critiche. A pagarne il prezzo sono i più deboli. Ora la magistratura farà il suo corso, e accerterà le responsabilità. Ma resta un vuoto, quello lasciato da una donna fragile e silenziosa, che meritava forse solo un po’ più di attenzione, di cura, di umanità.