CASAPESENNA – Per la Dda dal 2001 al 2015 hanno rappresentato il braccio imprenditoriale di Michele Zagaria. Grazie al loro legame con il clan avrebbero ottenuto dalla Regione Campania lavori su lavori di somma urgenza riguardanti la rete idrica. Ed ora la Procura di Napoli vuole trascinarli a processo. Ha chiesto il rinvio a giudizio per Antonio Fontana, 59enne, ex sindaco di Casapesenna, Costantino, Giuseppe e Raffaele Capaldo, rispettivamente di 58, 53 e 66 anni, Orlando Fontana, 47enne, e Gennaro Licenza, 62enne. Sono tutti accusati di associazione mafiosa: avrebbero fatto parte della rete di businessman che grazie alle presunte relazioni mafiose riuscivano ad ottenere appalti dagli enti pubblici.
L’udienza preliminare che deciderà se dare o meno il via al dibattimento, salvo eventuali richieste da parte degli imputati di riti alternativi, si celebrerà a fine mese. Nel collegio difensivo gli avvocati Giovanni Cantelli, Luca Viggiano, Federico Simoncelli e Giuseppe Stellato
Nell’inchiesta era stato coinvolto anche il 59enne Raffaele Galoppo, assistito dai legali Pasquale Diana e Vittorio Giaquinto. Ma la Dda, a seguito del no della Cassazione alla richiesta di misura cautelare, non sembra intenzionata più ad esercitare l’azione penale nei suoi confronti.
L’indagine che ha colpito i 6 imprenditori è una costola della già nota attività investigativa denominata Medea, un’operazione che nel 2015 tirò in ballo altri colletti bianchi ritenuti vicini ai Casalesi. Tra loro figura Pino Fotana, fratello di Orlando, condannato per associazione mafiosa con sentenza irrevocabile. Con lui Medea tirò in ballo pure Luciano Licenza e Bartolomeo Piccolo, condannati in primo grado, con rito abbreviato, per concorso esterno al clan.
A muovere i fili degli appalti dell’idrico gestiti dalla Regione, fino al 2011, sostiene la Dda, era stato Ciccio ‘a benzina, al secolo Francesco Zagaria, eminenza grigia del clan, cognato del boss Michele Zagaria (avendone sposato la sorella Elvira). E’ scomparso poco prima che padrino venisse catturato in via Mascagni dopo 16 anni di latitanza
