FUSCALDO – Un terremoto si abbatte sul Comune di Fuscaldo. E non si tratta certo di qualche calamità naturale. Ma questa mattina, i carabinieri del comando provinciale della guardia di finanza di Cosenza hanno eseguito 14 misure cautelari, 12 in carcere e due agli arresti domiciliari. E ci sono il sindaco, il suo vice e un assessore. Le ipotesi di reato per tutti sono, a vario titolo, di corruzione, tentata concussione, indebita induzione a dare o a promettere, peculato, turbative di gare pubbliche e di procedimenti di scelta dei contraenti della pubblica amministrazione e falso ideologico.
Arrestati il sindaco di Fuscaldo, il suo vice, un assessore e un funzionario. Tra le ipotesi di reato si cono corruzione, tentata concussione, peculato e turbative di gare pubbliche
Gianfranco Ramundo e il suo vice Paolo Cavaliere si sono ritrovati le fiamme gialle alla porta all’alba. Di fronte, le manette ad accompagnare l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Paola, su richiesta del procuratore capo Pierpaolo Bruni. Tra gli arrestati ci sono anche un funzionario pubblico, imprenditori e un professionista. Le indagini hanno riguardato la gestione di molti appalti pubblici e di affidamenti diretti, sia del Municipio di Fuscaldo che di quello di Cosenza, relativamente a lavori, servizi e forniture (per un valore complessivo di oltre 7,5 milioni di euro). In particolar modo, gli inquirenti hanno accertato l’esistenza di un “collaudato sistema corruttivo e di collusioni nella gestione della cosa pubblica”. Elemento di collegamento tra i due Comuni sarebbe stato un funzionario, impegnato a tempo determinato a Cosenza e autorizzato a esercitare part-time le funzioni di responsabile di settore anche a Fuscaldo.
Dalla gestione del depuratore alla raccolta dei rifiuti, gli appalti milionari sotto la lente d’ingrandimento
La guardia di finanza è riuscita a ricostruire, per ciascuna gara pubblica e di procedimento di scelta con il contraente, gli accordi clandestini e le collusioni fra i soggetti pubblici e privati. Oltre, naturalmente, ai ‘mezzucci’ fraudolenti posti utilizzati per assegnare i lavori e i servizi da parte degli Enti in barba ad ogni regolamentazione. Le indagini (sviluppatesi attraverso intercettazioni, sequestri e testimonianze) hanno inoltre permesso di far luce su un autentico sistema di promesse. Un modus operandi che consisteva nel prospettare incarichi professionali, assunzioni di lavoratori e perfino l’utilizzo gratuito di una struttura alberghiera. Tra le gare pubbliche oggetto di indagine ci sono quella per la gestione del depuratore di Fuscaldo (appalto da un milione di euro), i lavori di ripristino del lungomare e l’immancabile raccolta dei rifiuti (dal valore di 4 milioni di euro). Relativamente a Cosenza, invece, l’attenzione degli inquirenti si è posata sui lavori di completamento della chiesa San Domenico (quasi 2 milioni di euro).