Australia, l’Antitrust invoca nuove regole per i colossi del web

La Commissione potrebbe anche prevedere che le piattaforme pongano una etichetta di "qualità" sugli articoli prodotti

SYDNEY – Il presidente dell’antitrust australiana ha raccomandato l’introduzione di regole restrittive per i colossi del web a difesa del giornalismo indipendente. Tra il 2014 e il 2017 il numero di giornalisti che lavorano per i giornali australiani è calato del 20%. In scia al calo dei ricavi pubblicitari dei media stampati.

La produzione dell’informazione non può essere in balia delle forze del mercato

Nel frattempo, ha fatto notare in un discorso Rod Sims, presidente della Commissione australiana per la Concorrenza e i Consumatori, Google e Facebook hanno raccolto complessivamente quasi il 70% dei ricavi pubblicitari online. “Questo spostamento nei ricavi pubblicitari, verso internet e verso le piattaforme digitali, ha ridotto l’abilità dei media di finanziare l’informazione e il giornalismo”, ha dichiarato Sims. Aggiungendo che “semplicemente non possiamo lasciare la produzione dell’informazione e del giornalismo alle forze del mercato”.

Nuove regole antitrust per Google e Facebook

La Commissione sta quindi conducendo una investigazione di lungo termine sull’impatto dei colossi digitali sulla stampa australiana e in giugno verrà diffuso un report finale. Ma Sims ha lasciato intendere che raccomanderà una nuova regolamentazione. Alle società del web sarà chiesto di chiarire come sono classificate le informazioni nei motori di ricerca. In particolare per definire se i contenuti finanziati dalla pubblicità sono privilegiati rispetto a quelli pagati o se i testi copiati e incollati prevalgono su quelli originali.

Etichette di qualità sugli articoli

La Commissione potrebbe anche prevedere che le piattaforme pongano una etichetta di “qualità” sugli articoli prodotti da media riconosciuti. Infine, Sims ha suggerito una serie di misure a supporto del giornalismo indipendente e di incentivi fiscali per gli abbonamenti ai media tradizionali.

(AWE/AFP)

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