Baglioni riporta l’Arena alle origini: “Benvenuti al mercato delle emozioni”

Claudio Baglioni (Foto Guberti/Rasero/LaPresse)

Verona (LaPresse) – Per oltre cento anni l’Arena di Verona è stata “tradita”. Ci voleva Claudio Baglioni per riportarla alla sua destinazione originaria: non un teatro ma un anfiteatro. Diciassettemila spettatori a riempire ogni singolo posto disponibile. E al centro lui: il cantautore che negli ultimi 50 anni ha fatto innamorare intere generazioni.

Inutile dirlo, quando sul palco circolare, visibile da ogni punto dell’Arena, arriva Lui e intona ‘Questo piccolo grande amore’ l’avvolgente pubblico lo abbraccia ed è un tripudio di voci e luci. “Benvenuti in questo mercato delle emozioni”, dice in uno dei pochi intermezzi fra un brano e l’altro. Ed è solo l’inizio. Per oltre tre ore Baglioni, quasi senza sosta e senza possibilità di nascondersi dietro le quinte, vista la natura del palco, canta tutti i suoi successi. Rigorosamente in ordine cronologico, partendo dalle canzoni del 1972 fino ad arrivare a ‘Con voi’ del 2013.

Finale bagnato con la pioggia che ha accompagnato le ultime tre canzoni

Trentaquattro pezzi con “qualche dolorosa assenza”, ma inevitabile considerando l’immenso repertorio da 400 brani. Insieme a Claudio al centro dell’anfiteatro, su un palco molto semplice (almeno visivamente, visto che è composto da 8 pedane per 450 mq), decine di artisti. 22 musicisti polistrumentisti, 26 ballerini e acrobati e oltre 100 performer a supportare il racconto di questi straordinari 50 anni in musica.

Al ‘capitano coraggioso’ non servono effetti speciali per entusiasmare i suoi fan: vogliono solo cantare le canzoni che hanno accompagnato tutte le fasi delle loro vite. E così fanno, ininterrottamente. Uno spettacolo elegante e molto televisivo. Giustamente, visto che il secondo appuntamento di tre all’Arena (quello di sabato sera) sarà trasmesso in diretta su Rai1. Un assaggio che farà venire ancora più voglia agli appassionati di andare a vederlo dal vivo, in attesa del ritorno al Festival di Sanremo come “dittatore artistico”.

Chiara Troiano

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