Bangladesh, le elezioni nel segno della violenza

Almeno 10 i morti negli scontri tra manifestanti e polizia locale

LAPRESSE / AFP

DHAKA – È altissima la tensione in Bangladesh dove questa mattina la popolazione è chiamata alle urne. Il voto, come purtroppo ampiamente preventivato alla vigilia, si sta svolgendo tra violenze continue segno di una profonda sfiducia nei confronti della politica locale.

In Bangladesh i seggi sono rimasti aperti fino alle 14 italiane

I seggi elettorali sono rimasti aperti dalle prime ore della mattina e fino alle 16 (in Italia erano le 14). Una giornata al cardiopalma. Già nelle prime ore, infatti, cinque persone sono morte negli scontri che si sono sviluppati nelle varie strade della capitale. Tensione che è evidente anche dopo che una televisione locale, la Jamuna TV, è stata oscurata senza alcun apparente motivo. La stessa, che è nel Paese una delle principali tv private famosa per le sue posizioni indipendenti, starebbe continuando a trasmettere nonostante l’impossibilità di andare in onda.

Le coalizioni a confronto

Gli scontri si sono verificati a seguito di un equilibrio ormai in crisi a causa dell’ormai decennale mandato del primo ministro Sheikh Hasina che nel corso degli anni è stato segnato da accuse di autoritarismo, di repressione dei rivali politici e dall’imposizione di un bavaglio sulla libertà di parola dei media. Hasina, nonostante questo, sembra fiducioso sulla possibilità di vincere le elezioni e governare per un quarto mandato. Il suo partito è a capo della coalizione della Grande alleanza, che si contrappone al Fronte Nazionale dell’Unità guidato dal BNP il cui leader Khaleda Zia, già primo ministro, è tutt’oggi in un carcere di Dhaka con l’accusa di corruzione. Poche certezze, dunque, che hanno portato la gente a manifestare piuttosto violentemente. Negli scontri tra manifestanti e polizia in diverse zone del Bangladesh, secondo quanto riferiscono i media locali, sarebbero in tutto 10 le vittime. L’Associated Press ha peraltro ricevuto oltre 50 segnalazioni di intimidazioni e minacce perpetrate ai seggi nei confronti dei sostenitori dell’opposizione.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome