Bardellino, spunta una testimone chiave: è la moglie brasiliana di Iovine

Indicata da alcuni pentiti come presente in villa dopo il delitto, ai microfoni di “100 Minuti” (La7) ha però smentito ogni coinvolgimento.

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Rosangela Mendonca

SAN CIPRIANO D’AVERSA – I rapporti criminali tra gli eredi di Antonio Bardellino, residenti a Formia, e alcuni referenti della fazione Schiavone del clan dei Casalesi sono al centro dell’indagine — tuttora in corso — condotta dagli agenti della Dia sotto il coordinamento della Procura di Napoli.

E analizzando questa presunta relazione malavitosa, incentrata sul traffico di droga, gli inquirenti hanno raccolto una serie di elementi che riaccendono i dubbi sulla morte di Bardellino: il mafioso di San Cipriano d’Aversa, affiliato a Cosa Nostra, vicino a Tommaso Buscetta e tra i protagonisti della cordata che fermò l’avanzata del boss Raffaele Cutolo.

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Ascoltando conversazioni dei suoi familiari, esaminando fotografie e raccogliendo testimonianze di chi sostiene di averlo visto, la Procura sta valutando un’ipotesi alternativa a quella tracciata nella sentenza ‘Spartacus’ (frutto del primo processò i vertici del clan dei Casalesi). In quel verdetto, Bardellino venne dichiarato assassinato nel 1988 a Búzios da Mario Iovine, il suo braccio destro, su istigazione di Francesco Schiavone Sandokan. Il corpo non è mai stato ritrovato e le informazioni sul delitto furono fornite da alcuni collaboratori di giustizia, i quali a loro volta le avevano apprese proprio da Iovine (ucciso a Cascais nel 1991). Di fatto, nel processo Spartacus non sono stati sentiti testimoni oculari dell’assassinio.

Il servizio ‘Lo Spettro’ del giornalista Andrea Palladino, andato in onda nella trasmissione ‘100 Minuti’ su La7 – condotta da Corrado Formigli e Alberto Nerazzini – è riuscito tuttavia a individuare e intervistare Rosangela Mendonça, la moglie brasiliana di Mario Iovine. Secondo alcuni pentiti, sarebbe stata lei ad aiutare il consorte a ripulire la villa di Búzios dopo il delitto. Intervistata da un collaboratore di Palladino, Mendonça ha però negato che Bardellino fosse stato ammazzato da Iovine – che lei chiamava ‘Marcus’ – e ha dichiarato di non sapere dove si trovi oggi.

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Per fare piena luce sulla vicenda, l’autorità giudiziaria italiana, con il via libera di quella brasiliana, potrà – se lo riterrà essenziale – ascoltarla e chiederle dettagli sulla vicenda. Un’altra fonte decisiva sarebbe proprio Sandokan, unico condannato per l’omicidio di Bardellino ma che, durante il processo Spartacus, aveva preso le distanze – con una dichiarazione spontanea – dal delitto contestatogli.

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Francesco Schiavone, nel corso della sua recente e breve collaborazione con la giustizia – interrotta dalla Procura, lo scorso luglio, per la scarsa affidabilità e parzialità delle informazioni date – è stato interrogato su questo punto? Ha detto qualcosa sulla scomparsa di quello che era il proprio capo mafia?

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Se la ricostruzione della fine di Bardellino dovesse rivelarsi diversa da quella finora nota, sarebbe necessario riscrivere anche la genesi del clan dei Casalesi, nato dalle ceneri dell’organizzazione guidata dal sanciprianese con l’appoggio di Mario Iovine.

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