Bari, arrestato un 36enne ad Altamura per l’omicidio di Fraccaliveri

Tutti i dettagli dell'operazione Kairos

BARI (LaPresse) – I carabinieri del comando provinciale di Bari hanno arrestato il 36enne di Altamura (Bari) Francesco Mangiatordi, che avrebbe preso parte all’omicidio di Domenico Fraccaliveri, ucciso il 27 giugno 2011 in pieno centro a Altamura. L’uomo è caduto in un agguato fatale mentre apriva il suo garage. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Bari Giovanni Abbattista su richiesta dei pm della Dda Roberto Rossi e Renato Nitti.

La dinamica dei fatti

Da quanto è emerso dalle indagini, Fraccaliveri è stato raggiunto dal presunto killer, Nicola Sorbo. Il quale sarebbe stato ‘scortato’ da Mangiatordi a bordo di un’auto rubata con cui i due sono fuggiti. La vittima avrebbe tentato di scappare rifugiandosi nel garage ma è stata raggiunta e colpita mortalmente da diversi colpi di pistola.

L’omicidio di Fraccaliveri e le accuse a Mangiatordi

Il delitto, per gli investigatori, si inserisce nella guerra di mafia scatenata dal clan emergente dei Nuzzi contro diversi esponenti della criminalità di Altamura, per il controllo del territorio. Stando alle indagini della Dda, i Nuzzi avrebbero iniziato a gestire le attività illecite su Altamura a partire dal 2007, colmando poi il vuoto di potere criminale venutosi a determinare dopo la morte del boss Bartolo Dambrosio, ucciso nel settembre 2010.

Il caso di mafia a Bari

Oltre a Fraccaliveri, la guerra tra gruppi criminali sarebbe stata la causa della morte anche di Rocco Lagonigro e Vincenzo Ciccimarra del marzo 2010. E due tentati omicidi ai danni di Donato Francesco Rinaldi, commessi nel novembre e nel dicembre 2007. Adesso Mangiatordi dovrà rispondere di omicidio volontario e detenzione e porto dell’arma utilizzata per il delitto. Riconosciuta dal gip anche l’aggravante di mafia.

L’operazione Kairos

Salgono così a 20 gli arresti relativi all’operazione Kairos, messa a segno a nella primavera del 2016 dal Nucleo Investigativo di Bari e svolta attraverso articolate e complesse attività tecniche e dinamiche che avevano già portato – tra il gennaio e l’agosto 2017 – all’esecuzione di 19 ordinanze di custodia cautelare. 17 delle quali in carcere e 2 in regime domiciliare nei confronti di altrettante persone. Tra le quali figurano gli presunti elementi apicali, affiliati e fiancheggiatori del clan Nuzzi

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome