Battisti al pm: “Se non fossi evaso mi sarei dissociato”

L'interrogatorio dell'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, arrestato nel gennaio scorso in Bolivia

Foto LaPresse / AFP in foto Cesare Battisti

MILANO“Confermo di avere concordato con l’avvocato Davide Steccanella l’intenzione di rendere dichiarazioni relative alle mie esperienze passate. E riguardanti tutta la fase della mia esperienza nel mondo della illegalità fino alla data della mia espulsione”.Lo ha detto parole di Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, arrestato nel gennaio scorso in Bolivia. Nel corso dell’interrogatorio con il pm Alberto Nobili, capo dell’antiterrorismo della Procura di Milano. E con Cristina Villa, dirigente della Digos di Milano, nel carcere di Oristano.

L’interrogatorio di Cesare Battisti

Ha continuato poi Battisti: “Ci tengo a precisare che se non fossi evaso nel 1981 probabilmente anche io avrei fatto parte del gruppo di coloro che si sono dissociati dalla lotta armata. E avrei reso in quegli anni dichiarazioni relative alle mie responsabilità, esclusivamente riguardanti la mia persona senza chiamare in causa altri soggetti”.

L’evasione nel 1981 e la lotta armata

“In buona sostanza voglio dire che a me non è mai capitata prima di oggi l’occasione, né ho avvertito la necessità, di ripercorrere le mie esperienze – ha fatto mettere a verbale Battisti.Quella che mi si offre oggi è una opportunità di cui intendo avvalermi. Non perché io possa sperare di ottenere benefici che mi rendo conto nella mia posizione non sono prevedibili almeno nel breve periodo, ma tengo ad evidenziare una mia scelta che avevo già maturato quando sono evaso nel 1981. E che avevo dovuto dissimulare con i miei ex compagni di lotta armata in quanto mai avrei potuto riferire di un mio intendo di dissociarmi a rischio della mia stessa via”.

L’ex terrorista covava l’idea della dissociazione

Prosegue poi: “In definitiva sono stato fatto evadere dal carcere di Frosinone grazie all’aiuto di appartenenti a gruppi armati di differente collocazione nel mondo della lotta armata. In quanto ritenevano che io avrei potuto incontrare alcuni elementi. E portare un messaggio che poi sarebbe stato finalizzato a cessare l’attacco armato nei confronti dello Stato ma mantenere la disponibilità delle armi per scopi difensivi ed aiutare altri compagni ad evadere. In realtà io già dentro di me covavo l’idea della dissociazione. E non a caso pochi mesi dopo, circa due, decisi di abbandonare tutto e tutti e di rifugiarmi in Francia. Da quel momento sono stato, come noto, per 37 anni circa, latitante. Senza aver reso alcuna dichiarazione sui fatti che hanno portato alla mia condanna definitiva all’ergastolo”, ha concluso Battisti.

(LaPresse)

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