Biancaneve e il copiaincolla

La prima (e ultima volta) che ho aperto SFGate, la notizia in apertura era il racconto di un dipendente Starbucks che raccontava di un ordine assurdo arrivato da Internet per un Frapuccino con 14 modifiche, di cui cinque legate alla banana. Ha vomitato bile per l’assurdo sistema e il webzine, nato come costola del Chronicle di San Francisco ma che ora vive di vita propria, l’ha ospitata. Apro e chiudo parentesi: il tweet dal quale è nato il caso del Frapuccino non è nemmeno più online.
Insomma, anche negli States così come da noi ogni tanto qualche professionista o sedicente tale dell’informazione si lancia in racconti nati, rimpastati e copiaincollati da e sul web che richiedono veramente un basso sforzo intellettuale per essere riprodotti. Post diventati virali che commuovono o indignano l’inesistente popolo del web, o storie che nessuno – se non chi cerca il titolo ad effetto – trasforma in casi. E ancora, guardare all’ultimo dei siti della stampa di un Paese per lanciare un caso nazionale oltreoceano.
Il bacio senza consenso del principe azzurro a Biancaneve, rimbalzato in maniera impietosa su tutti i maggiori quotidiani nazionali, nasce proprio in seno a SFGate. E no, non c’è una rivolta popolare in America con l’hashtag #PrincessKissMatter. In Italia è passata la notizia, importata e poi copincollata qui e lì senza ritegno, così: “Pioggia di critiche su Disneyland”, “Gli osservatori dicono”, “Sotto accusa negli Usa”. Motivo: due giornaliste della testata di San Francisco, a chiusura di un articolo dedicato al rifacimento della giostra di Biancaneve in un parco a tema Disney – in cui si sottolineava tra l’altro che il percorso si concludeva con la strega cattiva che spaventava i bambini e che la giostra non aveva mai ‘sta gran fila quindi non funzionava come le altre – che si concludeva con un paragrafo dedicato a una riflessione personale sul film a cartoni animati datato 21 dicembre 1937. La riflessione delle colleghe è che nel 2021 riproporre un bacio “non consensuale” è fuori luogo, anacronistico, un po’ in controtendenza con i temi su cui in questo momento è posta l’attenzione sociale dei cittadini.
“Il nuovo gran finale della giostra – scrivono – è il momento in cui il Principe trova Biancaneve addormentata sotto l’incantesimo della Regina Cattiva e le dà il bacio del vero amore per liberarla dall’incantesimo. Un bacio che le dà senza il suo consenso, mentre lei dorme, che non può essere vero amore se solo una persona sa che sta accadendo”. E aggiungono: “Non siamo già d’accordo sul fatto che il consenso nei primi film Disney sia una questione importante? Che insegnare ai bambini a baciarsi, quando non è stato stabilito se entrambe le parti sono disposte a impegnarsi, non va bene? È difficile capire perché la Disneyland del 2021 scelga di aggiungere una scena con idee così antiquate su ciò che un uomo è autorizzato a fare a una donna, soprattutto considerando l’attuale enfasi dell’azienda sulla rimozione di scene problematiche da giostre come Jungle Cruise e Splash Mountain. Perché non re-immaginare un finale in linea con lo spirito del film e il posto di Biancaneve nel canone Disney? Tuttavia, con le luci scintillanti tutt’intorno e gli splendidi effetti speciali, quella scena finale è eseguita magnificamente, a patto che la guardi come una fiaba, non come una lezione di vita”.
La necessità del colosso Disney di adeguarsi ai tempi che corrono, di cui ai vertici sono già consapevoli, con un patrimonio di quasi un secolo fa che tradisce ora i tempi in cui è prodotto, non è però la riflessione alla base di questo pensiero. La storia è che non esiste alcun caso. Già equiparare il modo di intendere l’informazione degli americani e quello degli italiani è una blasfemia. Ma raccontare una favoletta che in propria patria ha lasciato il tempo che trova (oggi nei most popular del sito in questione non c’è Biancaneve ma il Frapuccino) come insurrezione viral-popolare, identificando nel pensiero di due brave croniste l’intera stampa americana… insomma, nell’ansia di lanciare un bel titolo e raccontare una storia (scritta da altri) che si faccia cliccare, abbiamo creato – noi stampa italiana – l’ennesima realtà parallela utile a nulla se non a ridicolizzare dibattiti seri nel nostro Paese e dare il la all’ennesima presa di posizione nazionalpopolare di Salvini.
Eppure, bastava davvero poco. Bastava andare alla “fonte” della notizia (scuola di giornalismo, lezione 2 perché la 1 è per i saluti) per comprenderne la reale portata. La stampa non l’ha fatto, per pigrizia o perché così faceva comodo poco importa. Fatto sta che a svegliare Biancaneve impropriamente dal proprio torpore, questa volta, non è stato alcun principe ma una categoria chiassosa, rumorosa e che ogni tanto dovrebbe fare profondi respiri e pronunciare qualche mea culpa a labbra quasi serrate.

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