Brasile, Lula: “Chiederò semilibertà se non blocca la mia lotta per la giustizia”

L'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, in carcere per corruzione dall'aprile 2018, chiederà il regime di semilibertà, cui dovrebbe aver diritto fra pochi mesi dopo una riduzione della pena.

BRASILIA– L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, in carcere per corruzione dall’aprile 2018, chiederà il regime di semilibertà, cui dovrebbe aver diritto fra pochi mesi dopo una riduzione della pena. “Lo chiederò. Tornerò a casa. Detto questo, se per ciò dovrò rinunciare alla battaglia per la mia difesa, non ho alcun problema a restare qui”, ha affermato l’ex presidente, in carica dal 2003 al 2010. Lula ha parlato a vari media in un’intervista che sarà diffusa a breve e di cui sono stati anticipati alcuni estratti. Si tratta della seconda intervista rilasciata dal fondatore del Partito dei lavoratori da quando il Supremo tribunale di giustizia (Stj) l’ha autorizzato a parlare alla stampa, due settimane fa.

I nuovi problemi

I giudici hanno anche ridotto la sua condanna, riducendola da 12 anni e un mese a otto anni e 10 mesi. La decisione dovrebbe consentire la revisione della pena, quindi da settembre-ottobre Lula potrebbe beneficiare del regime di semilibertà, secondo vari giuristi. Lula è in carcere in relazione all’inchiesta Lava Jato, gigantesco scandalo corruzione legato all’impresa petrolifera di Stato Petrobras. Un altro caso, legato a finanziamenti di lavori in cambio di intercessioni per contratti, potrebbe però impedire all’ex sindacalista di uscire dal carcere, se fosse condannato. Lula è chiamato in causa in circa sei casi. L’attuale presidente Jair Bolsonaro, ex militare di estrema destra, aveva augurato a Lula di “marcire in prigione”, promettendo di lottare contro la corruzione.

LaPresse

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