Brescia, appalti pilotati a Concesio: arrestato il responsabile dell’ufficio tecnico

I militari hanno perquisito l'abitazione del dirigente, sequestrando beni per oltre 1 milione di euro tra 6 rapporti bancari, 2 cassette di sicurezza, preziosi e denaro contante

carcere

BRESCIA – Bufera sul Comune di Concesio. Questa mattina, al termine di un’indagine dei carabinieri e della guardia di finanza di Gardone Val Trompia, il responsabile dell’Ufficio tecnico è stato arrestato. Ed è finito ai domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Brescia su richiesta della locale Procura della Repubblica. E’ accusato di corruzione, rifiuto/omissione di atti d’ufficio, turbata libertà degli incanti e falso.

La perquisizione dei militari, nel mirino più di un milione di euro

I militari hanno perquisito l’abitazione del dirigente. Sequestrando beni per oltre 1 milione di euro tra 6 rapporti bancari, 2 cassette di sicurezza, preziosi e denaro contante. Parallelamente 24 avvisi di garanzia nei confronti di alcuni amministratori pubblici di Concesio, imprenditori e professionisti della zona.

L’indagine sugli appalti pilotati a Brescia

L’indagine, condotta con l’ausilio del Gruppo reati ambientali della polizia provinciale di Brescia, nasce dall’attività a seguito dell’arresto del segretario del Comune di Concesio. Avvenuto il 9 maggio dello scorso anno e finito in manette per concussione. Gli investigatori, si legge in una nota congiunta di Arma e fiamme gialle, hanno raccolto “diverse segnalazioni inerenti un presunto malcostume nella gestione dell’apparato amministrativo comunale. In particolare dell’ufficio tecnico”.

Le prime ricostruzioni

Secondo quanto ricostruito analizzando l’attività tecnica e la documentazione degli appalti del Comune di Concesio, negli ultimi anni i lavori pubblici sarebbero stati assegnati a un numero circoscritto di imprese. Disattendendo il principio di rotazione e di concorrenza. In alcuni casi, stando agli investigatori, si sarebbe proceduto ad affidamenti diretti, non consentiti dalle norme vigenti. Impedendo di fatto l’accesso alle gare ad altri partecipanti.

Raccolta e smaltimento di rifiuti illeciti

La presunta attività illecita non avrebbe riguardato soltanto la gestione delle gare di appalto. Ma anche quella della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, con la costituzione di una discarica abusiva. Nonché la gestione dell’urbanistica e dell’edilizia del territorio comunale. Per favorire alcune ditte costruttrici, coinvolte nelle indagini.

(LaPresse)

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