Brescia, maxi-sequestro Gdf: congelati 141 milioni a ‘l’architetto di Putin’

È l'ultima tappa dell'inchiesta per frode fiscale a carico del professionista portata avanti dalla sostituta procuratrice di Brescia, Erica Battaglia.

Foto LaPresse - Marco Cantile

MILANO– Gioielli, lussuose abitazioni, conti correnti e denaro, opere di arte moderna e contemporanea di artisti famosi. Fino ad arrivare alla cifra monstre di 141 milioni di euro. A tanto ammonta il sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza di Brescia a carico di Lanfranco Cirillo, noto professionista nella città della Leonessa originario del Veneto, soprannominato ‘l’architetto di Putin’ per il ventennio di lavoro in Russia con tanto di conferimento della cittadinanza onoraria nel 2014 da parte del leader del Cremlino. È l’ultima tappa dell’inchiesta per frode fiscale a carico del professionista portata avanti dalla sostituta procuratrice di Brescia, Erica Battaglia. Indagine nata dagli approfondimenti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della fiamme gialle a seguito dell’individuazione di un elicottero immatricolato in Russia ma presente sul territorio della provincia lombarda in violazione delle regole doganali, elemento che ha portato a ipotizzare un caso di fittizia residenza all’estero.

L’ordinanza di sequestro preventivo per un controvalore di 141 milioni di euro emessa del Gip di Brescia su richiesta della Procura distrettuale guidata da Francesco Prete riguarda reati tributari (contrabbando e dichiarazione infedele), riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. L’architetto Cirillo è indagato perché non avrebbe dichiarato redditi per decine di milioni di euro per gli anni dal 2013 al 2019, pur mantenendo in Italia -secondo l’ipotesi accusatoria – il centro dei propri interessi familiari, affettivi ed economico-patrimoniali. Oltre all’evasione fiscale che già gli veniva contestata dallo scorso febbraio con l’ipotesi di aver sottratto al Fisco un imponibile pari a 50 milioni di euro, gli inquirenti ritengono di aver accertato una capacità patrimoniale ingiustificata rispetto ai propri guadagni ufficiali e che si esprimeva in “manifestazioni di ricchezza del tutto sproporzionate ai redditi imponibili dichiarati”. Sono queste che hanno convinto il giudice per le indagini preliminari a emettere il sequestro preventivo ‘per sproporzione’. Il professionista ora dovrà spiegare come e da dove provenivano quei soldi.

di Francesco Floris

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