SALISBURGO (LaPresse/AFP) – L’Unione europea aumenta la pressione su Londra, respingendo al mittente il suo piano Chequers sulla Brexit. I negoziati sono alla fase decisiva, ma bloccati sulla questione del confine irlandese, mentre il tempo scorre e il vertice Ue di ottobre si avvicina. Nonostante abbiano elogiato come “positivi” gli sviluppi arrivati dal governo della prima ministra Theresa May, i 27 hanno chiesto che migliori le sue proposte, nel summit informale di Salisburgo.
Il piano sulla Brexit non convince l’Ue
“Ci sono elementi positivi nel piano Chequers, ma la cornice suggerita per la collaborazione commerciale non funzionerà”, anche “perché rischia di minare il mercato unico”, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Gli ha fatto eco il presidente francese Emmanuel Macron, per cui è arrivata “l’ora della verità”.
May, tuttavia, ha replicato che il piano Chequers resta “l’unica proposta seria e credibile” con cui evitare in futuro una nuova frontiera fisica alla frontiera tra Irlanda e Irlanda del Nord. Ribadendo il no a un secondo referendum, ha poi promesso che “presto” presenterà nuove idee su come gestire le relazioni commerciali al confine nordirlandese.
Proposte inaccettabili per Theresa May
Le parti sono d’accordo sull’evitare una frontiera rigida, ma May contesta i termini del ‘backstop’: i 27 ipotizzano di tenere l’Irlanda del Nord nell’unione doganale, in assenza di soluzioni migliori, ma per Londra ciò è “inaccettabile” perché creerebbe una frontiera di fatto tra Irlanda del Nord e resto del Regno Unito. “C’è ancora strada da fare”, ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel.
E dopo che il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, in mattinata aveva parlato di un vertice “speciale” a novembre, oltre a quello del 18 ottobre, Tusk ha frenato: il 17 e 18 novembre i leader europei si riuniranno solo se saranno stati fatti “progressi sufficienti” e se servirà per “finalizzare” legalmente l’accordo.
La questione migratoria tra i nodi più difficili da sciogliere
L’altro punto chiave a Salisburgo è stata la questione migratoria. Non ci sono state forti tensioni, ma neanche grandi progressi, soprattutto sulla distribuzione dei migranti in arrivo sulle coste europee. I leader hanno promesso di intensificare i colloqui con Egitto e altri Paesi nordafricani per ridurre le partenze e contrastare il traffico di esseri umani. Per questo, l’Ue parteciperà a un vertice a febbraio con le controparti arabe, con cui discutere di migrazione ma anche di collaborazione economica.
L’obiettivo Frontex e la linea Conte
Kurz ha sottolineato che sempre più Stati membri pensano che confini esterni più rigidi siano la soluzione, anziché la redistribuzione dei migranti. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, però, ha sottolineato che l’Italia non ha rinunciato al piano di redistribuzione dei profughi che arrivano sulle sue coste. Kurz ha anche detto che la proposta di rafforzare Frontex a 10mila agenti entro il 2020 affronta ancora resistenze. Legate soprattutto al timore degli Stati di perdere “sovranità”.