Eliminare le ‘correnti’ in magistratura, l’appello firmato da 106 togati. Una delegazione da Bonafede

Tre togati hanno riferito al Guardasigilli due possibili soluzioni per superare il 'problema'

Foto Ufficio Stampa Quirinale/Francesco Ammendola/LaPresse 27-06-2018 Roma, Italia PoliticaIl Presidente Sergio Mattarella all'Assemblea plenaria del Consiglio Superiore della Magistratura. (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE

ROMA – Eliminare le correnti in magistratura. Lega e Movimento 5 Stelle lo hanno inserito nel patto di governo. E l’idea dei giallo-verdi sembra essere condivisa anche da un gruppo sostanzioso di togati: in 106, infatti, hanno firmato un appello per sensibilizzare il ministero sulla questione.

In delegazione da Boanafede

Carmen Giuffrida del Consiglio dell’Unione Europea, Andrea Reale, giudice del Tribunale di Ragusa, e Milena Balsamo,  consigliere della Corte di Cassazione, in delegazione sono stati ricevute da Alfonso Bonafede.

Al Guardasigilli, come riportato da Il Fatto, hanno riferito che “l’attuale sistema di autogoverno opera con tale discrezionalità da ingenerare  il sospetto di operare secondo logiche di appartenenza correntizia”.

Superare le correnti

L’obiettivo è superare le correnti. Ma per farlo bisogna mettere mano alle regole per le elezioni dei magistrati. Due le soluzioni offerte dalle delegazione, rappresentante dei togati che hanno firmato l’appello. La prima semplice e affidata alla ‘fortuna’: “La nomina dei consiglieri per sorteggio secco ovvero l’adozione del sorteggio preliminare di un numero multiplo di candidati rispetto al numero dei consiglieri e successiva elezione dei magistrati sorteggiati tra i disponibili e gli eleggibili”.

La seconda, invece, meno rivoluzionaria. “Con un sistema maggioritario uninominale su base territoriale – ha spiegato la delegazione. – Con collegi geograficamente coincidenti con uno o più distretti di Corti di Appello, tale da permettere l’emersione di candidature indipendenti nel contesto territoriale nel quale esse esercitano funzioni”.

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