Milano, 13 apr. (LaPresse) – “È stato l’anno del dragone, il tempo mi sembra volato. La proprietà ha dato un’impronta significativa, nel contempo lasciandomi grande libertà di movimento: ci ha dato supporto economico, consigli e suggerimenti ma abbracciando l’italianità del management. Sin dal mio primo contatto con il gruppo cinese, il primo agosto, percepii fiducia e stima”. Dopo Li Yonghong, tocca all’ad Marco Fassone celebrare il primo anno di gestione cinese del Milan nel corso di una intervista esclusiva ai microfoni di Mediaset Premium. Fassone ricorda così quel 13 aprile: “Nei giorni precedenti ho sofferto per quel regime di incertezza che si viveva per le difficoltà ad arrivare al closing. Quando l’ultimo euro della nuova proprietà fu versato ci fu soddisfazione, per me fu una giornata di gioia quasi infantile”.
Questo il bilancio sin qui secondo il dirigente: “Il Milan ha un assetto che ci lascia sereni per il futuro. Sportivamente la rosa è giovane, italiana e di valore e nel corso degli anni verrà integrata. Parlando fuori dal campo, abbiamo fatto tantissime cose anche se meno visibili e tra 3-4 anni avremo un altro stadio per aumentare i ricavi, o uno tutto nostro completamente nuovo o un San Siro rivisitato con l’Inter”. Il progetto del gruppo cinese è chiaro: “Sin dal primo giorno ha detto di voler investire pesantemente in una squadra che in Cina è un’icona, tanti over 35 hanno seguito le imprese del Milan di Berlusconi e hanno fame di rossonero. Tra 2-3 anni, quando i tempi saranno maturi, vorrebbe anche quotare il club in Borsa: vuole rimanere lui il proprietario e continuare questo ambizioso progetto”. Così l’ad su Li Yonghong: “Un uomo di poche parole e tanta concretezza: parla poco ma efficacemente. Sicuramente è diverso dai presidenti a cui siamo abituati ma ogni chiacchierata con lui è stata incisiva, come quella di qualche settimana fa quando mi chiese come mai non procedevo al rinnovo di Gennaro Gattuso”.