Calcio, Mourinho: “Dopo il derby mi aspetto una reazione”

"Mi aspetto la reazione di sempre quando si perde, è una squadra di gente buona, che soffre quando perde"

(AP Photo/Rui Vieira, File)

“Mi aspetto la reazione di sempre quando si perde, è una squadra di gente buona, che soffre quando perde. Sappiamo che quando perdiamo un giocatore, siamo in difficoltà ma alla fine arriva qualcosa. Mi aspetto una partita molto difficile contro una squadra molto difficile come il Sassuolo, l’anno scorso ci ha regalato due partite difficili. Mi aspetto dai miei giocatori tutto lo sforzo possibile per tornare a sorridere, che non facciamo da due giorni”. Così Josè Mourinho, tecnico della Roma, alla vigilia della sfida contro il Sassuolo, match che arriva dopo il ko di domenica nel derby. “Se sto pensando ad un cambio di modulo? Il modulo non lo faccio io, lo fanno i giocatori con le loro caratteristiche”. “Se c’è gente da cui mi aspettavo di più: c’è gente da cui mi aspettavo di più? Sì, non posso nascondermi e dire che sono soddisfatto dall’evoluzione o involuzione di qualche giocatore. Posso nascondermi non dicendo chi sono, come allenatore devo parlare dei calciatori individualmente.”, ha aggiunto.

Ibanez? Non c’è niente su cui tornare. Ho detto già, domani ci sarà Ibanez più altri 10. La risposta è questa: rispetto per chi dal primo giorno in cui sono arrivato dà tutto quello che ha, anche in situazioni di difficoltà”. “L’anno scorso abbiamo avuto un periodo in cui era l’unico difensore centrale, quest’anno a Siviglia pensavo fosse impossibile per lui giocare e ha giocato. Ci mette sempre la faccia. Quando vinciamo, vinciamo tutti. Quando perdiamo, perdiamo tutti. È intoccabile. Quello che mi aiuta è leggere pochissimo la stampa, al di là di Instagram in cui metto le stupidaggine, Ibanez è intoccabile”, ha aggiunto. “Se gioca Volpato? L’unico giocatore che confermo domani che giocherà è Ibanez: domani Ibanez più altri 10. Sulla Nazionale è una questione personale e non riguarda la società. Come allenatore mi rifiuterei ad entrare in una situazione di questo tipo su un giocatore, anche se giovane. Ma ho capito che è l’inizio della sua carriera, sta crescendo con la Roma e sta giocando i primi minuti consecutivi e non come l’anno scorso”.

“In tre partite in casa non abbiamo segnato, contro Napoli, Atalanta e Lazio. Posso piangere anche io come gli altri allenatori: sono tre partite senza il nostro giocatore più creativo, con più gol, con più palle inattive, con più mobilità, che può aprire il blocco compatto e basso degli avversari”. “L’Atalanta ha giocato così. Della Lazio neanche parliamo, è stato un esempio fantastico di quello che è giocare in un modo che se gioco io così mi uccidono, ma l’importante è vincere e io ho vinto tante partite nella mia carriera giocando in quel modo. Per noi, quando manca quel giocatore lì è difficile. Il Napoli è diverso, ha fatto una partita contro di noi cercando di vincere, difende molto bene, ha difensori bravi e abbiamo comunque avuto le nostre possibilità”, ha aggiunto. “Il nostro uomo fondamentale non gioca da quante partite? Non ha giocato nessuna di queste grandi partite. Contro l’Inter ha fatto gol e abbiamo vinto, contro la Juventus ha fatto assist e abbiamo pareggiato. Poi c’è Lorenzo (Pellegrini, ndr), che è più multifunzionale, ma che ha questa luce che si accende. Gioca troppo, troppi minuti, è in difficoltà, ogni tanto è un giocatore con qualche fragilità muscolare. Non è che ogni partita sta al 100%. Abbiamo gli stessi presi nelle 15 gare dell’anno scorso, il che significa che se facciamo punti col Sassuolo o col Torino, vuol dire che possiamo avere due punti, un punto, quattro, sei punti in più dell’anno scorso. Sto già pensando alla quindicesima partita. Con tutte queste difficoltà facciamo il nostro lavoro e cerchiamo di combattere i nostri problemi, ma non possiamo nascondere di averne”, ha aggiunto.

LaPresse

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