Di Attilio Celeghini
Milano, 11 mag. (LaPresse) –
“Abbiamo una semifinale e una finale”.
Le voci di mercato e le mosse future non interessano in questo momento a Luciano Spalletti: siamo alle battute decisive della corsa Champions e dalle gare con Sassuolo e soprattutto Lazio passa l’obiettivo principale della stagione nerazzurra. E il tecnico, alla vigilia dall’anticipo di San Siro con i neroverdi ormai senza più ambizioni di classifica, assicura che la truppa è concentrata solo sul campo.
“Ho visto allenarsi i calciatori nella maniera corretta. E’ segno che il pensiero va solamente alla partita, che per noi diventa una semifinale”, dice. “Questo campionato è stato un lungo torneo. Ora c’è una semifinale che ci mette nelle condizioni di poter giocare la finale contro la Lazio”. E l’avversario di domani sera è tutt’altro che da sottovalutare, avverte: “Prima di tutto dobbiamo vincerla, ma prima ancora giocarla nella maniera corretta. E’ importantissima. Sento fare discorsi che non assomigliano alla realtà del calcio. Chi pensa a goleade probabilmente non ha mai giocato a calcio. Parlare di goleade è una cosa irrispettosa”.
A due gare dal termine, anche se l’obiettivo non è centrato, è inevitabile parlare di bilancio. E di fronte a chi chiede se il giudizio della stagione sarà legato indissolubilmente alla conquista del quarto posto, il tecnico snocciola qualche numero: “Lo scorso anno alla 32/a giornata l’Inter aveva 16 punti in meno della Roma, 5 in meno della Lazio, 4 in meno dell’Atalanta, 2 meno del Milan. Ora ne ha 4 meno della Roma, 2 meno della Lazio, 10 più dell’Atalanta, 9 più del Milan. Chiarite voi se ci vedete un miglioramento nostro o un peggioramento degli altri”. Quanto al voto che si assegna, “è una sufficienza importante, netta, al lavoro della squadra e della società. Dentro ci metto anche il mio”.
“Se questa Inter ha il volto che volevo? Sono contento di quello che stiamo facendo vedere.
Abbiamo fatto passi in avanti, ci sono stati periodi dove abbiamo faticato un po’ ma ora siamo vicini ad essere una squadra molto forte”, sottolinea il mister nerazzurro. “Quanto ci hanno fatto crescere gli innesti di Cancelo e Rafinha? Ha inciso un po’ tutto il lavoro fatto, le prove che magari nell’immediato non hanno dato frutto ma sono state una ricerca di far quadrare tutto e trovare la soluzione dentro la rosa. Questa rosa di soluzioni ne aveva molte e abbiamo dovuto fare degli step”.
Spalletti chiarisce che ad inizio stagione avrebbe firmato per essere oggi in questa posizione. “Avevo una conoscenza di quelli che erano i nostri avversari, di quello che stavano facendo alcune squadre, della forza di Juventus, Napoli e Roma. Sono rimasto convinto di potercela fare a lottare fino all’ultima partita”. E a proposito dell’ultimo match, con tutta probabilità decisivo per il quarto posto: il ‘caso’ di De Vrij, futuro interista, divide i tifosi laziali. Chi dice di farlo giocare, chi dice di no. Se fosse nei panni di Inzaghi, il tecnico di Certaldo lo schiererebbe? “Io già faccio fatica a essere Spalletti. Devo pensare a casa mia. Non ho possibilità da supereroe…”, scherza.