Calcio, tifosi all’Europeo: sì del Governo. Gravina: “Messaggio di grande fiducia”

Foto Valerio Portelli / LaPresse Nella foto: il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina

ROMA – L’Europeo ‘italiano’ è salvo. Il Governo ha detto sì alla presenza del pubblico all’Olimpico di Roma, sede della partita inaugurale della rassegna calcistica continentale ‘itinerante’ al via l’11 giugno. Il ‘pressing’ della Figc che ha chiesto alle istituzioni di non farsi condizionare dalla situazione attuale dei contagi e delle vaccinazioni e fare il massimo per evitare quella che la stessa Federcalcio considera “una pagina di storia che l’Italia non può permettersi di perdere”, ha portato al risultato che il presidente federale Gabriele Gravina auspicava. E le parole con cui il numero del calcio italiano ha commentato la ‘vittoria’ manifesta tutta la propria soddisfazione.

“L’Italia e Roma ci sono. L’ok da parte del Governo alla presenza di pubblico nelle gare di Roma per Euro 2020 rappresenta una splendida notizia che trasmetteremo subito alla Uefa”, ha dichiarato Gravina sottolineando che “il messaggio che l’Esecutivo manda al Paese è di grande fiducia e di straordinaria visione. L’Italia dimostra di avere coraggio, quell’Italia che lotta contro la pandemia e allo stesso tempo lavora per ripartire in sicurezza secondo un programma e un calendario chiari e definiti”.

E’ la conclusione di una partita lunga cinque giorni, da quando l’Uefa aveva dato l’ultimatum affinchè il 19 aprile, in vista dell’esecutivo della confederazione europea, fosse garantito quel fatidico 25% per cento di capienza dello stadio capitolino, percentuale indispensabile per confermare Roma fra le 12 città pronte ad ospitare il primo Europeo itinerante.

Si partirà dunque da Italia-Turchia mentre il 16 giugno sarà disputata Italia-Svizzera e il 20 Italia-Galles. “Pensiamo sia un evento importante, simbolico, che può dare fiducia al nostro Paese. Il Governo è impegnato per raggiungere questo obiettivo e raggiungere queste condizioni. L’orientamento del Governo è favorevole”, ha rassicurato in serata il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Complimenti al Governo, alla Vezzali e alla Figc sono stati espressi anche dal presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Con questa decisione danno speranza a tutto lo sport italiano”. Ed è un semaforo verde accolto, ovviamente, con grande favore anche dalla Lega Serie A che vede più vicino il ritorno del pubblico negli stadi. “E’ un segnale importante per il Paese, un’iniezione di fiducia e di ritorno verso la normalità che auspichiamo coinvolga al più presto i nostri incontri”, ha commentato il presidente Paolo Dal Pino.

“La Lega Serie A – ha sottolineato – ha predisposto già da un anno un dettagliato protocollo per riaprire gli impianti al pubblico, in totale sicurezza e tutela per il tifoso, con percentuali via via crescenti. Ci aspettiamo che già dalle prossime partite si possa tornare ad ospitare perlomeno 1.000 spettatori, un numero pari a quello col quale abbiamo aperto la stagione e in grado di garantire ampio distanziamento in strutture all’aperto”. “Monitorando l’andamento della pandemia, dei contagi e delle vaccinazioni sono inoltre certo che per gli ultimi turni di campionato la Serie A possa avere percentuali di apertura degli stadi identiche a quelle garantite per le gare degli europei, in modo che si possa anche utilizzare il nostro campionato come test per l’importante vetrina europea”, ha aggiunto Dal Pino.

Il via libera al pubblico per Euro 2020 è arrivato a poche ore dalla conclusione del Consiglio federale nel corso del quale Gravina aveva comunicato di aver presentato i progetti per un Olimpico aperto in sicurezza al ministro Speranza e al sottosegretario Vezzali annunciando poi un incontro chiarificatore a Palazzo Chigi per evidenziare che il calcio ha le carte in regola e i requisiti necessari per garantire la percentuale di capienza richiesta.

E nel mostrarsi ottimista, aveva sottolineato quanto fosse necessario “un’assunzione di responsabilità di prospettiva” che dunque non si limitasse al dato attuale dei contagi e delle curva epidemiologica. “Dobbiamo avere il coraggio di pensare a quello che succederà l’11 giugno”, aveva spiegato il numero uno del calcio italiano. “Chi conosce la mia determinazione sa che non abbiamo molti giorni a disposizione, anzi abbiamo solo poche ore”, aveva sottolineato poche ore prima del sì ufficiale.

Gravina ha anche affrontato la situazione vaccini e l’ipotesi di avere tutti gli azzurri immunizzati per l’Europeo: “Dobbiamo uscire da alcune false ipocrisie. Il vaccino serve a tutti gli italiani e noi auspichiamo nel più breve tempo possibile. Non possiamo pensare che a giugno non arriveremo a un numero di vaccinati così elevato da poter permettere di vaccinarsi al gruppo squadra della Nazionale”.

Il presidente ha poi voluto rispedire al mittente le voci di un cluster azzurro durante l’ultimo ritiro della Nazionale, al termine del quale alcuni azzurri sono rientrati in Italia con la positività al Covid: “Tra i contagiati sono state individuate varianti differenti del virus, quindi il cluster della Nazionale non lo è e la catena non è mai stata alimentata. Lavorando in Paesi dove non possiamo determinare la certezza delle negativizzazione, lì qualcosa non ha funzionato”. Parole che fanno intendere quanto l’Italia stia più attenta che mai a non fare passi falsi di questo tipo. C’è di mezzo un Europeo. Che non andava perso.(LaPresse)

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