Camorra, appalti e corruzione: in dodici rischiano il processo

Coinvolti gli imprenditori Pagano di Trentola e i Verazzo originari di Casale

CASAPESENNA – La mafia dei Casalesi, gli appalti pubblici e la corruzione: sono i tre temi dell’inchiesta dei carabinieri di Caserta che rischia di portare a processo imprenditori, tecnici ed ex amministratori. Il pm Maurizio Giordano ha dichiarato conclusa l’indagine preliminare a carico del 55enne Ciccio ‘e Brezza, al secolo Francesco Zagaria, uomo d’affari del clan, dal 2019 collaboratore di giustizia ma con un passato da specchiettista in omicidi e da estorsore. E con il pentito nell’elenco degli inquisiti, nei confronti dei quali l’indagine è chiusa, ci sono pure Domenico Pagano, imprenditore 59enne di Trentola Ducenta, accusato di associazione mafiosa, i costruttori e cugini Francesco e Giuseppe Verazzo, di 61 e 65 anni, originari di Casale, e Domenico Farina, 48enne di San Prisco, per la Dda tutti responsabili di concorso esterno al clan dei Casalesi e turbativa d’asta. Coinvolti anche il 59enne Carmine Antropoli, chirurgo e primo cittadino di Capua dal 2006 al 2016, due consiglieri della sua amministrazione, Marco Ricci, 49enne, e Guido Taglialatela, 48enne, Francesco Greco, 55enne di Piedimonte Matese, dirigente proprio del Comune di Capua, e i tecnici Alfredo Maria Cenviti, 55enne di San Prisco, e Luca Diana, 48enne di S. Cipriano, accusati di turbativa d’asta. Rischia di dover affrontare il processo anche Andrea D’Alessandro, per riciclaggio, dipendente della Banca Popolare di Bari. I tre ex amministratori capuani, Zagaria e Farina rispondono anche di abuso d’ufficio. Sempre loro cinque e Greco pure di corruzione. Recentemente la Cassazione ha annullato le misure cautelari a cui erano sottoposti i Verazzo e Pagano.

Nei mesi scorsi era stato il Riesame, invece, ad annullare i provvedimenti restrittivi (obbligo di firma e interdizione dal pubblico ufficio) per Greco e D’Alessandro. Adesso il pm Giordano valuterà se avanzare o meno la richiesta di rinvio a giudizio per i 12 inquisiti, assistiti dagli avvocati Mauro Iodice, Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Giovanni e Michele Cantelli, Marco Campora, Vincenzo Alesci, Domenico Pigrini Emanuele Diana, Emiliano De Ruggiero, Guglielmo Ventrone, Lorenzo Caruso, Gerardo Marrocco e Vittorio Giaquinto.

L’attività investigativa che potrebbe innescare, a breve, un’udienza preliminare è una costola dell’indagine che nella primavera del 2019 portò all’arresto Antropoli (liberato dopo alcuni mesi) e Zagaria, incentrata su un presunto patto politico-mafioso stretto tra i due in vista delle Comunali a Capua del 2016 (entrambi già a processo dinanzi alla Corte d’assise con Ricci e Taglialatela) . Scavando su quell’ipotizzata intesa, aiutati anche dal pentimento di Ciccio ‘e Brezza, i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta hanno ampliato l’inchiesta riscontrando, a loro avviso, condotte illecite di altri imprenditori in relazione ad appalti pubblici e a investimenti eseguiti da colletti bianchi per favorire esponenti di spicco dell’organizzazione mafiosa.

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