Camorra. I Grimaldi avanzano a Soccavo

NAPOLI – I Grimaldi si riprendono Soccavo. Scarcerato il figlio del boss Ciro Grimaldi detto Settirò.
Ciro Granillo appena uscito dal penitenziario è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. Secondo la Procura, i Grimaldi sono in forte ascesa e stanno cercando di circondare i Vigilia nelle palazzine. L’obiettivo è ridimensionarli. Lo raccontano le ultime informative di polizia e carabinieri.

Gli inquirenti da alcuni giorni hanno acceso i riflettori sui rioni popolari a Soccavo, dove c’è di nuovo fibrillazione. Sanno che nelle roccaforti dei clan è calato il coprifuoco. I Vigilia sono a ranghi ridotti dopo le inchieste e gli arresti eccellenti. E i Grimaldi pronti all’assalto finale. Non solo. I Grimaldi hanno rinsaldato l’asse con i ‘maranesi’, gli Scognamillo. Ecco perché la questura ha elevato al massimo il livello di allerta. E sono stati predisposti servizi in borghese.

Intanto il 33enne Ciro Granillo ha lasciato il penitenziario per fine pena ed è tornato a Soccavo. Difeso dall’avvocato Giuseppe Perfetto. Granillo a gennaio era stato condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione per il possesso di una pistola. Un fatto che risale a oltre un anno fa. Ora il giudice per le indagini preliminari non ha applicato la misura per la ricettazione dell’arma, ma solo per il possesso. E così è rimasto durante il processo in primo e secondo grado. Una questione tecnica. Ciro Granillo ha terminato di scontare la pena ed è tornato libero. Ha solo la misura di sicurezza della sorveglianza speciale.
Il padre Ciro Grimaldi detto Settirò considerato dalla Procura un tempo al vertice dei Grimaldi. Adesso è detenuto nel carcere di Novara.

Il figlio Ciro Granillo (ha preso il cognome della madre) era stato fermato il 17 febbraio 2023 dai carabinieri: erano in sei in un’auto con una pistola e un giubbotto anti-proiettile. Bloccati nel quartiere Arenella dai militari del nucleo operativo della compagnia Vomero: il 33enne di Soccavo fu accusato di porto abusivo di arma clandestina, aggravato dal metodo mafioso, perché ritenuto “persona attigua al clan Grimaldi”. Lo dissero i carabinieri a poche ire dall’operazione.
I militari lo fermarono a bordo di un’auto in via Gabriele Jannelli altezza ingresso tangenziale. Con lui un 44enne napoletano, che indossava un giubbotto anti-proiettili e altre 4 persone di età compresa tra i 20 e i 30 anni.

Il controllo alla circolazione stradale si trasformò in qualcosa di più particolare perché i carabinieri conoscevano quelle persone e decisero di svolgere un accertamento approfondito. Il 33enne, perquisito, era stato trovato in possesso di una pistola Beretta calibro 9×21 con matricola abrasa e 10 colpi inseriti nel caricatore. Nessuno si era agitato nella macchina e l’arma era stata presa e sequestrata in pochi minuti. Stessa sorte anche per il giubbotto di protezione che indossava il 44enne.

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