Caos centrosinistra, l’assalto della minoranza Pd: “Subalterni al M5S”. Zingaretti rivendica l’alleanza giallorossa, Renzi rompe la coalizione in Puglia.

Sarà decisivo l'esito delle Regionali in Emilia-Romagna. Se la Lega di Matteo Salvini trionferà nell'ex fortino rosso saranno guai. Viceversa, con la riconferma del dem Stefano Bonaccini il Pd prenderà fiato e potrà rilanciare la sua azione politica

Foto LaPresse - Stefano Costantino

CONTIGLIANO – Sono già toni da congresso o nel Partito democratico stanno esplodendo tutte le contraddizioni sull’accordo di governo con il Movimento 5 Stelle? Difficile da decifrare. Intanto in casa dem durante la seconda ed ultima giornata dell’appuntamento nell’abazia di Contigliano in provincia di Rieti, tante le voci critiche nei confronti dell’asse giallorossa. “Non siamo subalterni, siamo gli unici che vogliono fare uno scatto in avanti”, replica il segretario nazionale Nicola Zingaretti.

Il Pd si divide ancora

Questo governo ha salvato l’Italia dalla catastrofe. Ma ora serve una fase due“, rivendica e riconosce Zingaretti. La questione è sempre la stessa: cos’è il Pd? E in questo caso, la domanda posta da tanti dirigenti democrat si rivolge all’alleanza con il Movimento. Le voci critiche sono tanti. Dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori all’ex presidente nazionale Matteo Orfini. La candidatura del primo cittadino bergamasco al prossimo ed annunciato congresso è nell’aria. Posizione mediana quella del vicesegretario Andrea Orlando.

La minoranza contro l’alleanza stabile giallorossa

“Non mi convince il nostro posizionamento verso i 5 Stelle. Non escludo l’alleanza, ma non in un campo che non è il nostro, ovvero l’assistenzialismo e la protezione. Franceschini dice che i grillini devono venire di qua. Invece sembra che stiamo andando noi di là“, spiega Gori, che riapre in parte il dibattito sui dem: più social o più terzaviisti? Tant’è. Gli fanno eco le parole di Orfini: “Costruire il centrosinistra insieme ad una forza politica che di sinistra non è, è un drammatico errore. Stiamo caricando troppo di aspettative questo governo e incubiamo i virus della subalternità“. Più ecumenico Orlando: “Ai nostri alleati dobbiamo dire: o rinunciate all’anipolitica o le difficoltà di portare avanti l’esecutivo cresceranno“.

E’ un dibattito che nel Pd è aperto. Se uno degli ideologi di Zingaretti, Goffredo Bettini sostiene l’alleanza stabile e accoglie con favore la nascita di gruppi parlamentari ‘contiani’, di diverso avviso l’ala ex renziana del Pd. Intanto, Zingaretti tiene botta e rilancia: “Rivoluzione verde per tornare a crescere, Italia semplice per sburocratizzare a favore di imprese e cittadini, Equity Act per parità salariale uomo-donna ed equilibrio nord-sud, aumento della spesa per l’educazione, piano per la salute e l’assistenza”. Il segretario prova a tracciare i punti del prossimo congresso e, parallelamente, ad inserirsi nelle contraddizioni grilline.

L’Emilia-Romagna decisiva. Renzi pone il veto su Emiliano in Puglia

Sarà decisivo l’esito delle Regionali in Emilia-Romagna. Se la Lega di Matteo Salvini trionferà nell’ex fortino rosso saranno guai. Viceversa, con la riconferma del dem Stefano Bonaccini il Pd prenderà fiato e potrà rilanciare la sua azione politica. Sullo sfondo la nascita delle Sardine che, se costituiranno un movimento, potrebbero diventare un fattore determinante della politica italiana. E poi c’è Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ha posto un veto sulla ricandidatura di Michele Emiliano a governatore della Puglia. Tempo di rottura del centrosinistra dopo la scissione o solo schermaglie? Staremo a vedere.

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