ROMA – Con il Capitale-di-Base Beppe Grillo sorpassa Di Maio a sinistra. Anzi, pure a destra. Con un balzo da allunaggio spazza via in un sol colpo il ‘reddito di cittadinanza’. Propone una nuova formula che fa impallidire quei 780 euro al mese sufficienti ad aiutare solo una parte degli italiani poveri. Con il ‘capitale’ tutti, appena nascono, avranno a disposizione una dote, un’eredità, una somma che mette loro a disposizione lo Stato. Grillo lo propone postando sul proprio blog l’intervento di una studiosa di economia, Valentina Petricciuolo (funzionaria dell’Istituto per il Commercio Estero – agenzia Ice – di Roma).
Il Capitale-di-Base arriva dagli Usa: baby trust
La proposta di un Capitale-di-Base arriva dagli Usa: “Un economista statunitense – racconta sul blog di Grillo la Petricciuolo – ha proposto una misura che potrebbe garantire a tutti i cittadini americani, alla nascita, un’eredità”. L’economista a cui si riferisce è Darrick Hamilton, professore di economia e di studi urbanistici della New School. Il 25 settembre scorso ha partecipato ad una conferenza a New York durante la quale 13 “visionari” si sono avvicendati sul palco proponendo soluzioni per le sfide più difficili che l’umanità dovrà fronteggiare in futuro.
I visionari e il baby trust
“Hamilton – continua Petricciuolo -, uno dei tredici visionari, ha proposto l’introduzione negli Usa di un baby trust, un fondo su cui depositare un capitale a nome di ciascun bambino nato su territorio statunitense. Il piano prevede di assegnare una somma vincolata che andrebbe da un minimo di 500 dollari per i più ricchi, ad un massimo di 60mila dollari per i più poveri. Una ‘pensione al contrario’, assegnata alla nascita: ‘un diritto economico al capitale per tutti’. Bisogna superare l’idea che diseguaglianza è causata dall’incapacità dell’individuo di farsi avanti nella scala sociale. Ignorando o sottostimando il vantaggio che ha chi nasce ricco”.
Il Capitale-di-Base costerebbe allo Stato 100 milioni di dollari all’anno
“Il conto intestato a ciascun bambino – spiega Petricciuolo – verrebbe gestito dallo Stato, con un interesse garantito pari al 2% annuo. E, una volta raggiunta la maggiore età, potrebbe essere prelevato ed utilizzato per intraprendere una attività, andare all’università, comprare una casa”. Una proposta che potrebbe avere un costo di circa 100 milioni di dollari l’anno. “Cifra che, rivela l’economista Hamilton, rappresenta solo il 2% del budget federale ed è una frazione minima dei 500 miliardi che lo Stato spende in sussidi e crediti fiscali a favore dei più ricchi”.
Le principali differenze tra reddito di cittadinanza e Capitale-di-Base
“Entrambe le proposte – continua Petricciuolo – sono dirette a far diminuire le ineguaglianze, ma il reddito di base avrebbe un costo certamente molto più alto rispetto ai baby trust e, per questo, più difficile da far accettare a livello politico e alla opinione pubblica. Il reddito di base richiede un flusso costante di denaro che andrebbe distribuito a ogni persona, ogni anno. Con i baby trust, la somma verrebbe erogata solo una volta nell’arco della vita di ciascun cittadino. Un’altra differenza importante è che il capitale di base non disincentiverebbe i giovani ad entrare nel mondo del lavoro, come molti sostengono riguardo al reddito di base universale. Anzi, li spronerebbe a decidere, negli anni che precedono la maggiore età, cosa fare di quella somma ‘ereditata’”.
L’applicabilità in Italia
“Anche in Italia abbiamo fortissime diseguaglianze, tra vecchi e giovani, tra Nord e Sud del Paese e la soluzione prospettata da Hamilton, opportunamente adattata, potrebbe rappresentare un sostegno, un’anticipazione al reddito di base da adottare nel lungo termine. Dal 1980 l’ineguaglianza è cresciuta a livello globale e, secondo Hamilton, continuerà a farlo perché la ricchezza genera ricchezza. I politici e l’opinione pubblica credono che l’educazione, la perseveranza, una economia in pieno boom possano bastare a far crescere le persone nella scala sociale. Dando la colpa ai poveri per non essere in grado, o non volere, utilizzare queste leve per uscire dalla loro condizione”.