CASTEL VOLTURNO – Un nuovo colpo è stato inferto ai tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nel tessuto economico e turistico del litorale casertano. Nelle scorse ore, infatti, è scattato il sequestro dell’area bar-ristorante del Lido La Favorita di Castel Volturno, operazione condotta congiuntamente da Polizia di Stato, guardia di finanza e guardia costiera su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Alla base del provvedimento, firmato dal procuratore Pierpaolo Bruni con i pm Luisa Turco e Stefania Pontillo, e successivamente convalidato dal gip, vi è l’accertata presenza di Luigi Russo (nella foto), 57 anni, quale gestore di fatto delle attività sequestrate. Russo, già condannato in appello per concorso esterno in camorra e ritenuto vicino al clan dei Casalesi, in particolare al gruppo bidognettiano guidato da Giuseppe Setola – il sanguinario capo dell’ala stragista, condannato per l’eccidio dei migranti ghanesi del 18 settembre 2008 a Castel Volturno – non avrebbe potuto in alcun modo amministrare un bene demaniale soggetto a concessione comunale.
Le indagini hanno permesso di ricostruire una catena di passaggi societari e dichiarazioni ritenute gravemente illegittime. Nell’aprile scorso, il precedente titolare del lido, già sottoposto a sorveglianza speciale, aveva ceduto il ramo d’azienda relativo al bar-ristorante alla società Alta Marea srl, intestata ad Alessandra Russo, figlia di Luigi (i due sono difesi dagli avvocati Nando Letizia ed Emanuele
Coppola). Una cessione nullo ab origine, poiché avvenuta senza la preventiva autorizzazione del Comune di Castel Volturno, obbligatoria per
legge in caso di subentro nella gestione di attività su suolo demaniale. Ma non si tratta dell’unica violazione.
Grazie ai sopralluoghi effettuati dagli investigatori, è stato accertato che Luigi Russo era presente quotidianamente sul lido e gestiva direttamente l’attività, nonostante la sua condanna e l’impossibilità giuridica a rivestire tale ruolo. A maggio, tramite la piattaforma telematica del Comune, la figlia Alessandra aveva presentato la Scia Unica dichiarando di non incorrere in alcuna causa di decadenza o divieto, e indicando come preposto proprio il padre Luigi. Nella documentazione, Russo aveva persino autocertificato il possesso dei requisiti di onorabilità e la mancanza di impedimenti: circostanza smentita in maniera netta dalla sua condanna. Solo a settembre è stata inoltrata al Comune un’istanza di autorizzazione, ma l’ente locale non ha ancora adottato alcun provvedimento. A muoversi, invece, è stata la magistratura, con il sequestro preventivo dell’area bar-ristorante del Lido La Favorita.