Caserta, falsi incidenti per truffare l’assicurazione: nei guai 4 medici

CASERTA – I militari della Stazione Carabinieri di Macerata Campania hanno eseguito, in più comuni della provincia di Caserta, un’ordinanza cautelare applicativa della misura coercitiva del divieto di dimora e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione medica, emessa dal gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di 4 indagati (2 colpiti da divieto di dimora nella provincia di Caserta e 2 dal divieto di esercitare per due mesi due tre e mesi la professione medica), ritenuti responsabili di essere promotori e partecipi di un’associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni di compagnie assicurative, nonché autori delle condotte delittuose di simulazione di reato, falsa testimonianza, falsa perizia o interpretazione, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
L’indagine si è svolta tra i mesi di ottobre 2016 e maggio 2017 dopo il sequestro presso uno studio legale di Sessa Aurunca, di 37 fascicoli relativi a richieste di risarcimento danni per sinistri stradali. Le truffe avvenivano grazie a 4 medici compiacenti, tra cui uno in servizio presso l’Ospedale di Marcianise, che, in cambio di somme di danaro variabili tra i 160 e i 170 euro, redigevano e rilasciavano, uno di questi esclusivamente durante l’orario di servizio, fittizi certificati medici di pronto soccorso, spesso a favore di soggetti che non hanno mai effettuato accesso presso le strutture di pronto soccorso, o consulenze sanitarie attestanti la diagnosi e la prognosi da porre a fondamento delle istanze risarcitone. I fittizi sinistri venivano risarciti con un compenso variabile in proporzione all’entità delle lesioni riportate dalle “parti coinvolte” e documentate nei referti medici. Complessivamente sono stati accertati 15 sinistri mai verificatisi per un giro d’affari di circa 800.000,00 euro. Oltre ai destinatari della misura cautelare, risultano indagate ulteriori 30 persone.

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