Caserta, gettoni “d’oro” per i medici a chiamata

CASERTA – Medici “a gettone” reclutati a caro prezzo per colmare le carenze di organico: l’ultima trovata delle amministrazioni sanitarie fa il paio con il ricorso ai volontari sulle ambulanze del 118. In entrambi i casi, non si fa ricorso alla soluzione naturale, quella delle assunzioni. “Non condividiamo – dichiara a “Cronache” Antonio De Falco (nella foto), segretario regionale del sindacato medico Cimo – il reclutamento dei medici a “gettone”, o meglio attraverso le cooperative, che comporta costi alti. Manca un quadro normativo di riferimento chiaro e a volte i medici sono stranieri e devono ancora imparare la lingua, E questo non è un problema da poco, perché il paziente bisogna ascoltarlo e capire cosa dice.

Le cooperative non danno garanzie di competenza, come risulta anche dalle indagini delle forze dell’ordine: vengono utilizzati medici non specializzati nelle branche richieste. Servirebbero norme stringenti e contratti chiari, specialmente se i professionisti sono reclutati attraverso le cooperative”. In Campania, l’anno scorso, è stata la Asl Napoli 3 a manifestare l’intenzione di ricorrere a questa soluzione, ma poi non se ne è fatto nulla. Alcune aziende sanitarie, in particolare la Asl di Salerno, ricorrono invece alla chiamata diretta: “In quel caso – spiega De Falco – l’azienda sanitaria pubblica un interpello per gli interessati e i medici che si presentano devono avere requisiti specifici e vengono sottoposti a colloquio. Le cooperative, invece, ti mandano chi capita. Ma in ogni caso il ricorso a queste procedure deve essere l’ultima spiaggia, dopo aver esperito altre possibilità di reclutamento. In Campania stiamo cercando di evitare il ricorso alle chiamate “a gettone”, con il sacrificio di chi lavora nei posti di pronto soccorso”.

Resta il fatto che negli ultimi anni le specialità legate all’emergenza hanno perso attrattiva per i medici: “Nessuno vuole lavorare nei posti di pronto soccorso a prendersi mazzate fisiche da certi parenti di pazienti e psicologiche quando ti tendi conto che sei usato come carne da macello dalle aziende, con turni che vanno oltre le capacità fisiche. Non ci sono più persone che si presentano per le procedure di assunzione: bisogna rendere nuovamente attrattiva la professione del medico. E serve a poco prendere il personale da unità operative diverse e sbatterlo nei pronto soccorso con un ordine di servizio: alla fine non si troverà più nessuno neppure negli altri reparti”.
Secondo il segretario nazionale Ugl Salute Gianluca Giuliano, “il sistema dei medici a gettone, arruolati a chiamata, tramite la giungla delle chat, per colmare le carenze di professionisti nei nostri ospedali, rappresenta un’ulteriore segno indelebile del decadimento senza fine del nostro Servizio sanitario nazionale”. Si tratta di un “meccanismo totalmente fuori controllo gestito per lo più da cooperative” che “porta ad un guadagno elevatissimo da parte dei professionisti, fino a 3600 euro per 48 ore, ma dall’altra parte le corsie e soprattutto i pronto soccorso sono sempre più vuoti di personale” .

E di assunzioni non si parla: “La politica dei tagli, il blocco del turnover avvenuto nel corso degli anni e non ultima una programmazione miope nel saper affrontare la pandemia hanno fatto sì che 2886 professionisti nel 2021 hanno lasciato volontariamente il lavoro a causa dei stipendi non adeguati e condizioni di lavoro sempre peggiori”.

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