Caserta, rissa nella movida: giovani in ospedale

CASERTA – Movida del sabato sera violenta e molesta: rissa tra due bande di giovani in via Ferrante con alcuni contusi, musica alta e schiamazzi nella stessa zona nei pressi di quattro locali. La richiesta del comandante dei vigili Piricelli resta senza risposta: vuole chiusure temporanee dei locali multati per il mancato rispetto delle disposizioni. Ma il via libera non arriva e l’ammontare delle sanzioni resta tra l’altro di un importo troppo basso. La rissa tra i giovani è scoppiata quando ormai gli animi erano surriscaldati anche per via dell’alcol. Erano le 4 di ieri mattina quando da una parola di troppo si è passati alle mani ed alle botte con alcuni dei coinvolti che hanno riportato contusioni. L’inasprimento delle sanzioni, da 50 a 300 euro, e fino a un mese di chiusura per i locali che non rispettano le regole alimentando l’inquinamento acustico e generando disturbo della quiete pubblica: è questa la proposta del comandante della polizia locale di Caserta, colonnello Antonio Piricelli, all’amministrazione comunale: emanare una ordinanza che vada proprio in questa direzione. Da oltre un mese però la richiesta è ancora al vaglio. Una proposta che è vista con favore dai residenti della città di Caserta che abitano nella zona in cui la movida si svolge: via Ferrante, via Mazzocchi, via Maielli, piazza Dante e strade limitrofe sono quelle maggiormente a rischio e in cui i residenti si trovano giocoforza a fare i conti con quello che si configura come un disturbo della quiete pubblica. La questione della movida a Caserta è diventata un caso e un problema. Regolamentarla è difficile e per i residenti dormire di notte nei week end non è operazione semplice, anzi. Un problema non solo del capoluogo in realtà visto che la stesa situazione ma di portata minore si registra anche a Marcianise e Santa Maria Capua Vetere. In realtà al Comune di Caserta è attesa una prossima ordinanza che regolerà l’intero periodo estivo, sulla falsariga di quanto avvenne lo scorso anno. L’amministrazione si trova in una situazione non facile, un equilibrio da mantenere. Da un lato le esigenze dei residenti dall’altro quelle degli esercenti di un settore che con gli anni è diventato elemento trainante dell’economia del capoluogo. Il sindaco di Caserta Carlo Marino il 28 giugno dello scorso anno firmò l’ordinanza con cui disciplinò la vendita e il consumo di bevande e l’orario degli esercizi pubblici per il periodo estivo nei giorni della movida, ossia dal venerdì alla domenica. Il dispositivo entrò in vigore dal sette luglio fino al primo ottobre. Tra le novità introdotte per il periodo estivo anche quello del divieto “assoluto di somministrazione di alimenti e bevande o vendita per i pubblici esercizi e attività artigianali dalle 3 alle 6 con sgombero degli avventori e clienti” nei giorni di venerdì, sabato e domenica. Una disposizione che letta con gli occhi di quanti chiedevano misure più restrittive per una ‘movida tranquilla’ significava che fino alle 3 si poteva bere alcol, pur restando nel locale. Tra le altre limitazioni introdotte ci fu anche quella del divieto di diffusione della musica all’interno dei locali dopo l’una di notte, con o senza la prescritta valutazione impatto ambientale. La decisione fu presa dopo una serie di concertazioni e incontri anche istituzionali con i rappresentanti di categoria e dei residenti che in quelle strade della movida ci abitano. “La zona del centro storico di Caserta, dove sono ubicati numerosi locali ed esercizi di vicinato ed è pertanto più facile approvvigionarsi di bevande alcoliche, è frequentemente teatro di fenomeni di bivacco e di degrado, nonché condotte che compromettono le comuni regole di vita civile, incidendo in maniera fortemente negativa sulla qualità urbana in termini di quiete pubblica e di decoro, con notevole detrimento delle condizioni di vivibilità e conseguente degrado urbano” si leggeva nelle premesse dell’ordinanza emessa quasi un anno fa. E ancora: “Sempre più frequenti sono le segnalazioni di presenza di gruppi di persone che si ritrovano con bevande alcoliche e monopolizzano gli spazi verdi, creando disagio e degrado per i residenti fruitori dei parchi e delle aree limitrofe. Il consumo smodato di alcol con l’avvento della stagione estiva è spesso accompagnato da atteggiamenti o comportamenti che sfociano in una tendenziale aggressività e non è raro che tali gruppi di persone, per ragioni futili, scatenino risse tra di loro o riversino la loro aggressività verso passanti, atteso il loro stato di agitazione psicofisico”. Effetti negativi che aumentano con l’arrivo dell’estate. Situazioni che si vivono anche quest’anno che si traducono “in ripetuti episodi di disturbo della quiete pubblica e vandalismo nonché gravi forme di delinquenza (la cosiddetta malamovida)” come si leggeva nell’ordinanza del 2023. Oltre allo stop alle somministrazioni al banco per l’alcol dalle 3 alle sei e la musica da spegnere all’una nel dispositivo 12 mesi fa fu previsto anche il divieto di vendere qualsiasi bevanda in lattina o vetro dalle 22 alle 6 e di consumarle nelle aree pubbliche, eccetto quelle pertinenti ai locali che hanno il permesso per spazi all’aperto.

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