Caso Consip, in 5 a processo: c’è anche Luca Lotti, ex ministro di Matteo Renzi

Per Tiziano Renzi il giudice deciderà se archiviare le accuse il 14 ottobre

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Si colora di un nuovo capitolo l’indagine sul caso Consip. Il gup di Roma ha rinviato a giudizio cinque persone. A processo per favoreggiamento l’ex ministro del governo Renzi, Luca Lotti. Figura tra i rinviati a giudizio anche l’ex comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette per rivelazione di segreto d’ufficio.

Tiziano Renzi, il giudice deciderà il 14 ottobre

Prosciolto da tutte le accuse il maggiore dei carabinieri del Noe Giampaolo Scafarto. Nello stesso fascicolo era indagato per traffico di influenze anche Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier. I pm ne hanno però richiesto l’archiviazione: i giudici decideranno il prossimo 14 ottobre.

Processo al via il 15 gennaio

Per tutti gli altri il processo inizierà il 15 gennaio 2020. Insieme al big del Pd Lotti, a processo andranno anche l’imprenditore Carlo Russo per millantato credito, il generale dei Carabinieri Emanuele Saltalamaccia e Filippo Vannoni. Tra i prosciolti, insieme a Scafarto, anche il colonnello dei carabinieri del Noe Alessandro Sessa, accusato di rivelazione di segreto, depistaggio e falso. Il procedimento è legato al filone investigativo relativo alla fuga di notizie sul fascicolo avviato dalla Procura di Napoli sul maxiappalto Consip.

La replica di Lotti: “Affronterò il processo e dimostrerò la mia innocenza”

Durissima la replica dell’ex ministro Pd. “La mattina del 23 dicembre 2016 ho letto la prima pagina del Fatto quotidiano: il titolo d’apertura era “indagato lotti”. E’ così che ho scoperto di essere indagato, leggendo un giornale. Non ho mai ricevuto l’avviso di garanzia – spiega l’ex fedelissimo di Matteo Renziperché chiesi immediatamente di essere ascoltato dagli inquirenti. Da quella mattina sono passati oltre mille giorni: 1014 per l’esattezza. In questo lungo periodo il mio nome legato all’inchiesta Consip è stato tirato in ballo in oltre 2600 articoli sui giornali italiani”. Lotti lamenta un accanimento e un’esposizione mediatica eccessiva, ma precisa: “Da parte mia, sia chiaro, non c’è rabbia o rancore per nessuno, neanche verso chi si è divertito a sbattere ‘il mostro in prima pagina’ senza assumersi nessuna responsabilità”. Infine, poche parole sul rinvio a giudizio di oggi, senza entrare nel merito della questione: “Il reato di cui devo rispondere è favoreggiamento di un ‘non indagato’. Come ho fatto finora, affronterò tutto questo a testa alta. Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei tribunali e non sui giornali. Dimostrerò in quelle sedi la mia innocenza

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