Castrazione chimica, M5S e Lega si spaccano. Bongiorno: “Andrà in un nuovo ddl”

Il testo ha ricevuto 383 no, mentre hanno votato a favore 126 deputati forzisti e leghisti

in foto Matteo Salvini, Luigi Di Maio

ROMA – M5S contro, Lega a favore. La maggioranza di governo si spacca sulla castrazione chimica, su cui la Lega aveva fatto un passo indietro. Ritirando un emendamento al ‘Codice rosso’ che avrebbe introdotto il trattamento farmacologico per gli stupratori.

Castrazione chimica, i pentaleghisti non trovano la quadra

Anche dopo l’emendamento, però, l’argomento è tornato nell’Aula di Montecitorio, attraverso un ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia. Per non inasprire il dibattito, il Governo, rappresentato dal sottosegretario Vittorio Ferraresi, si è rimesso al voto dell’Aula, che ha bocciato il testo grazie ai voti di M5S, Pd, LeU e Forza Italia.

Il governo si spacca, il testo riceve 383 no

Il testo ha ricevuto 383 no, mentre hanno votato a favore 126 deputati di FdI e Lega (tranne un esponente del Carroccio, Giuseppe Basini). Si è avuta, brevemente, una saldatura delle forze “sovraniste”, poste alla destra più estrema dell’emiciclo di Montecitorio. Ma la nuova geometria parlamentare, chiaramente, non ha i numeri di maggioranza.

Sul “convoglio sovranista, deragliato già in partenza” ha ironizzato Mariastella Gelmini di Forza Italia. Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI, ha replicato a muso duro, ricordando che gli azzurri hanno votato assieme ai dem e alla sinistra di LeU. Insomma, il treno FdI-Lega è andato fuori dai binari “perché il patto del Nazareno ha votato contro”.

Non hanno mancato di battibeccare nemmeno Lega e M5S. I deputati del Carroccio che si sono detti sconcertati e dispiaciuti per i pentastellati che si sono affiancati alle opposizioni.

La linea del M5S

Il Movimento, da parte sua, ha fatto sapere che la misura, almeno così come è stata presentata, “è una presa in giro verso le donne, perché non colpisce gli stupratori: per chi commette violenze contro una donna deve esserci certezza della pena”. A Lega e FdI, in effetti, viene fatto notare che la castrazione, che poi sarebbe un trattamento farmaceutico per fermare temporaneamente gli appetiti sessuali, non può valere quale condizione per la sospensione della pena per gli stupratori.

La priorità della ministra Bongiorno è il ‘Codice rosso’

Il ministro Giulia Bongiorno ha gettato acqua sul fuoco, spiegando che il Carroccio presenterà un provvedimento che includerà non solo la castrazione chimica. Ma sarà più organico e prenderà in considerazione anche altri tipi di reato, come la pedofilia.

La scelta di ritirare l’emendamento e limitarsi al voto dell’odg “deriva dal fatto che al Governo siamo due”, ha sottolineato Bongiorno. Prendendo atto che nel contratto di Governo non è prevista la norma sugli stupratori. Certo, “per me la castrazione chimica è importante – ha detto l’ex avvocato – ma la priorità è portare a casa il codice rosso”, cioè il pacchetto di misure per contrastare le violenze sulle donne, che include il revenge porn e che dopo l’approvazione della Camera passerà al Senato.

Una misura contro i femminicidi

Le nuove norme, tra l’altro, prevedono che in caso di notizie di reato relative a delitti di violenza domestica e di genere, la polizia giudiziaria riferisca immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale. Entro tre giorni il pubblico ministero dovrà assumere informazioni dalla persona offesa. Si tratta quindi di un meccanismo volutamente rapido, per prevenire i tragici femminicidi che hanno caratterizzato la cronaca più recente.

(LaPresse/di Matteo Bosco Bortolaso)

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