Pizzo per i Piccolo-Letizia, sette arresti nel Casertano

Chiedevano soldi ai nomi della lista trasmessa dal capo in cella

Foto LaPresse/Andrea Negro.

CASERTA – Chiedevano 2-3mila euro in occasione delle festività di Natale, Pasqua e Ferragosto. Bussavano alla porta di imprenditori i cui nomi erano stati loro dati dal carcere dal boss dei Piccolo detenuto, Achille Piccolo. E sulla scorta di quell’elenco che di mano in mano era finito agli esponenti della cosca continuavano a chiedere il pizzo a imprenditori, negozianti e commercianti. Sei anni di terrore, quelli documentati dalle indagini, dal 2013 fino al 2019.Ieri mattina è scattato ilblitz.

Sette persone sono state arrestate, due sono indagate a piede libero. Un ottavo uomo che doveva essere arrestato è nel frattempo morto in carcere. Si tratta di Francesco Piccolo, 41anni, di Casapesenna. In carcere sono stati posti Gaetano Monica, 22 anni; Agostino Piccolo, 42 anni; Salvatore Letizia, 41 anni, già in cella per altro dopo l’arresto avvenuto in Albania. Agli arresti domiciliari invece sono stati sottoposti Amedeo Belvisto, 60 anni; Antonio Ottavio Sorbo, 56 anni e Gaetano Viciglione, di 21 anni. Pasquale Regino, 40 anni, è stato destinatario di un’ordinanza ai domiciliari ma è in carcere ad Asti per altri reati contestati.

Indagati a piede libero invece Primo Letizia, 38 anni, fratello del collaboratore di giustizia Salvatore e Giovanna Cioffi, 40anni. I nove coinvolti nell’inchiesta sono tutti di Marcianise. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare sono stati gli agenti di polizia della Squadra Mobile di Caserta. La polizia ha eseguito l’ordinanza emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli ,su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti degli indagati, ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, plurimi episodi estorsivi, consumati e tentati, detenzione e porto di arma clandestina e danneggiamento, continuati e in concorso.

Si tratta di reati che sarebbero stati tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa, in quanto realizzati allo scopo di agevolare il clan Piccolo-Letizia e di affermare la supremazia dell’organizzazione sul territorio di relativa competenza. Il raggio di azione della cosca comprendeva in particolare i comuni di Marcianise, Macerata Campania, Capodrise e paesi limitrofi. I fatti contestati risalgono prevalentemente all’anno 2019, con alcuni episodi commessi in continuazione fin dal 2013.

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