MILANO – Oltre 40 miliardi di dollari in soli sei mesi. E’ il danno, economico, generato da gelo invernale, grandinate, incendi e tutti gli altri disastri ambientali nel mondo assicurativo. Si tratta, in particolare, della cifra che le compagnie dovranno coprire per risarcire i propri assicurati.
Secondo le stime dello Swiss Re Institute il valore dei primi 6 mesi del 2021 rappresenta la cifra più alta mai registrata per il periodo dopo i danni provocati dai terremoti in Giappone e Nuova Zelanda del 2011, che ammontavano 104 miliardi di dollari. Un valore al di sopra della media degli ultimi 10 anni di 22 miliardi di dollari. E i disastri causati dall’uomo aggiungono un altro danno stimato a 2 miliardi di perdite, per un totale di oltre 42 miliardi.
A livello globale le perdite economiche causate da calamità sono stimate nel primo semestre a 77 miliardi di dollari, al di sotto della media di 108 miliardi di dollari degli anni passati. Ma si prevede che il valore aumenterà man mano che verranno contabilizzate ulteriori perdite nei prossimi mesi. La prima metà dell’anno non è infatti rappresentativa dei dati dell’intero anno, perché il terzo trimestre è storicamente il più soggetto a perdite in termini di catastrofi naturali.
A febbraio, un periodo di freddo estremo combinato con abbondanti nevicate e accumuli di ghiaccio negli Stati Uniti – comunemente indicato come tempesta invernale Uri – sono stati registrati danni coperti da polizze per 15 miliardi di dollari, il valore più alto mai registrato per questo rischio negli Stati Uniti e pari a circa il 38% di tutte le perdite coperte dovute a catastrofi naturali nella prima metà di quest’anno. A giugno il maltempo, che ha fatto registrare temporali, grandine e tornadi, ha colpito l’Europa, danneggiando case e veicoli soprattutto in Germania, Belgio, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Svizzera. Le perdite coperte da polizza da questo tipo di calamità sono stimate a 4,5 miliardi di dollari.
“Il cambiamento climatico è uno dei maggiori rischi per la società e l’economia globale”, ha commentato Jérôme Jean Haegeli, capo economista del gruppo Swiss Re. La recente analisi dell’Ipcc dell’Onu “conferma le aspettative di condizioni meteorologiche più estreme in futuro e l’urgenza di agire per limitare il riscaldamento globale”, ha sottolineato. “L’esperienza del 2021 sottolinea i crescenti rischi” degli effetti del cambiamento climatico, ” esponendo comunità sempre più grandi a eventi climatici estremi”, rimarca Martin Bertogg, responsabile di Cat Perils presso Swiss Re.
LaPresse