Clima, oltre 800 morti per il caldo in Nordamerica. Frana in Giappone: decine di dispersi

Nuovi e tragici sintomi dell'emergenza climatica provengono da ogni parte del mondo. Un'ondata di caldo record in Nordamerica ha causato la morte di oltre 700 persone e centinaia di incendi, mentre piogge torrenziali sono all'origine di frane che in Giappone hanno sepolto decine di abitazioni.

MILANO– Nuovi e tragici sintomi dell’emergenza climatica provengono da ogni parte del mondo. Un’ondata di caldo record in Nordamerica ha causato la morte di oltre 700 persone e centinaia di incendi, mentre piogge torrenziali sono all’origine di frane che in Giappone hanno sepolto decine di abitazioni. Gli esperti non hanno dubbi, mentre è forte la richiesta di società civile, organizzazioni e parti della politica ai potenti del mondo perché intervengano con velocità e fermezza per cambiare rotta: il cambiamento climatico fa aumentare, e continuerà a farlo, la frequenza degli eventi meteorologici estremi. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, il mondo è più caldo di circa un grado rispetto a prima dell’industrializzazione e gli anni 2015-2019 sono stati i più caldi mai registrati, mentre il livello dei mari è salito di 3,6 millimetri tra 2005 e 2015. Le Nazioni unite prevedono che un aumento del riscaldamento globale oltre 1,5-2°(rispetto all’era preindustriale) fissati dagli accordi di Parigi avrà conseguenze drammatiche, su ambiente, vita animale e umana. Milioni di persone saranno a rischio.

In Nordamerica continua a salire il numero dei decessi legati all’ondata di caldo che si è abbattuta sul Nord-ovest Pacifico, con temperature ben al di sopra dei 38 gradi. Nello statunitense Oregon i morti sono ormai 95, la gran parte nella Multnomah County di cui Portland è capoluogo. In British Columbia, in Canada, le morti inattese e improvvise sono sinora 719, un dato senza precedenti e tre volte superiore alla media del periodo. Su centinaia di altri decessi le autorità continuano a indagare, per capire se siano attribuibili al caldo, in Oregon, Washington e British Columbia. “I numeri non faranno che aumentare”, ha detto Steve Mitchell, dell’Harborview Medical Center di Seattle. L’ondata è iniziata il 25 giugno e martedì ha cominciato a diminuire in alcune zone, ma l’allarme resta alto. Anche perché sono oltre 130 gli incendi, molti innescati da decine di fulmini, che bruciano nel Canada occidentale, alimentati da siccità e caldo. Il villaggio di Lytton è stato distrutto dalle fiamme, i 250 abitanti evacuati.

In Asia, invece, un’enorme frana di acqua, fango e detriti si è schiantata su intere file di case ad Atami, vicino a Tokyo, dopo piogge torrenziali. Una ventina i dispersi, 2 i morti per ora, mentre le autorità ritengono che il bilancio delle vittime salirà. Le piogge hanno colpito varie aree del Paese questa settimana. La frana sembra essersi abbattuta in più momenti sull’abitato, con grande velocità. Alcune riprese mostrano una massa nera scivolare lungo il fianco di una montagna e schiacciare le abitazioni, spazzando via le auto.

LaPresse

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