Colleferro, 17enne fuori pericolo, in manette i 2 aggressori. Il vescovo: “Ragazzi allo sbando”

Per ora è ricoverato all'Ospedale San Giovanni di Roma fuori pericolo ma con la mandibola rotta in due punti e il naso fratturato

LaPresse / Giordan Ambrico

ROMA – Pugni, calci, poi la fuga. Sette mesi dopo la morte di Willy Monteiro Duarte, Colleferro ripiomba nell’incubo della violenza cieca. Ma Per Lorenzo, 17 anni, il destino è migliore. Per ora è ricoverato all’Ospedale San Giovanni di Roma fuori pericolo ma con la mandibola rotta in due punti e il naso fratturato.

In ospedale riceve la visita dell’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, con il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna. “Basta violenze!”, commenta l’assessore, che plaude alle forze dell’ordine, alla polizia locale e alla procura di Velletri per aver individuato prontamente i responsabili dell’aggressione. “Non avrei mai pensato di riprovare certe sensazioni, di risentire un nodo alla gola così stretto”, racconta Sanna.

La polizia, intanto, ferma, arresta e conduce nel carcere di Rieti due giovani di 18 e 19 anni, con l’accusa di lesioni gravissime, su mandato della procura di Velletri.

Le prime ricostruzioni

Secondo le ricostruzioni, poco dopo le 17 di ieri a Colleferro, in corso Turati all’angolo con piazza delle Repubblica, un gruppetto di adolescenti di Segni, quattro in tutto, è stato avvicinato da due coetanei di Colleferro. Da qui, per motivi che sono ancora oggetto di indagine, è scaturita l’aggressione. Lorenzo è stato colpito con dei pugni al volto ed è caduto in terra sbattendo la testa prima su un’auto in sosta, poi sul marciapiede, perdendo i sensi. Anche una volta a terra, uno dei due aggressori ha colpito la vittima con un calcio, fuggendo subito dopo. Il 17enne, grazie all’intervento della comunità, è stato soccorso dal 118 e trasportato in ospedale.

I poliziotti intanto hanno individuato i due aggressori, hanno perquisito le abitazioni e sequestrato i cellulari e gli abiti indossati durante il pestaggio. Uno dei due stava lavando una maglia nella lavatrice.

Il vescovo: “Giovani allo sbando”

“Le cose passate non ci insegnano niente. Non c’è stato nessun cambiamento vero, dopo la tragedia di Willy non abbiamo imparato la lezione”, dice a LaPresse monsignor Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri-Segni, diocesi in cui si trova il paese. “In questi mesi – rivela – abbiamo cercato di fare attività di ripensamento, di approfondimento, di sensibilizzazione. C’è un disagio acuito da tante cose, non ce l’ho con i ragazzi, ce l’ho sempre con i grandi. I ragazzi sono allo sbando, non hanno nessun esempio, nessuna testimonianza. Nei prossimi giorni parlerò alla comunità, penso che sia proprio necessario che facciamo un punto della situazione”.

Il sostegno della regione Lazio

Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha chiamato il sindaco per assicurare il sostegno della Regione Lazio: “Siamo stati in contatto costante”, afferma. “La nostra comunità deve restare vigile e continuare a mobilitarsi per isolare i violenti”, scrive sui Social. Sanna, con il primo cittadino di Segni, Piero Cascioli, ha raccolto l’appello della polizia, invitando chi ha assistito alla scena a testimoniare. E’ riuscito a parlare anche un po’ con Lorenzo, “a fatica”, confessa: “Un ragazzo ferito nell’orgoglio che resisteva al dolore con atteggiamento stoico, che si sottoponeva al tampone nonostante il dolore che provava sul viso tumefatto. Avrei voluto stringerlo ma non era possibile: ho cercato di fargli capire che eravamo tutti con lui e che ‘tutti’ significa comunità”.

Amareggiato il sindaco di Paliano

“Sconfortato, deluso e amareggiato” si dice il sindaco di Paliano, dove è cresciuto Willy, morto dopo il pestaggio compiuto dai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, campioni di Mma (tecnica mista di arti marziali) e dai loro amici Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutti di Artena. Da ieri è tempestato di telefonate della stampa, ma non risponde a nessuno: “Penso che non sia il momento dei riflettori o dei commenti. È solo il momento di riflettere profondamente”, scrive sui Social.

(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)

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