MILANO – Come eravamo dieci anni fa? E’ una domanda a cui, fino a pochi giorni fa, la maggior parte delle persone preferiva non darsi una risposta. In una decade si cambia, si invecchia, si modificano le proprie abitudini. Chi nel 2009 era giovane, studiava, andava alle feste e faceva tardi la sera, oggi magari si trova con un lavoro (quando è fortunato) insoddisfacente e i sogni richiusi in un cassetto. C’è chi si è sposato e ha messo su famiglia. E’ invecchiato, dentro e non solo fuori. Chiedere a qualcuno di mostrarci una sua foto di dieci anni fa è quasi un tabù, nessuno lo farebbe mai.
10yearschallange, la nuova moda che dilaga sui social
Ma, dove non arrivano i rapporti personali, subentrano i social. E’ bastato il lancio dell’hashtag #10yearschallange per mettere da parte la vergogna e mostrare a tutto il mondo (virtuale) vizi e virtù del tempo che passa. E se nel 2009 Facebook era da poco esploso anche in Italia, oggi è raro trovare qualcuno che non abbia il social network o il suo parente stretto Instagram.
Cedono anche i vip: da Madonna a Chiellini, passando per Chiara Faerragni
Così, in pochi giorni, l’hashtag è diventato virale e tutti, vip e non, dopo essersi negli anni sfidati con secchiate d’acqua gelata e balli improbabili, hanno spostato la competizione sulle foto dal passato. Hanno ceduto alla tentazione star internazionali come Jennifer Lopez (nel 2009 visibilmente incinta) e Madonna, sportivi fra cui Giorgio Chiellini e Paul Paugba e anche vip di casa nostra: Chiara Ferragni, Simona Ventura, Diletta Leotta e tanti altri.
Non solo un gioco, attenzione alla privacy
Un gioco divertente, all’apparenza, ma che secondo Wired potrebbe nascondere delle insidie. In un’epoca di difficilissima tutela della privacy, anche un innocente divertimento potrebbe trasformarsi in un’arma per fornire inconsapevolmente dei dati.
Secondo la rivista, infatti, pubblicare due immagini in cui si mette a confronto come si era e come si è potrebbe servire ad addestrare un algoritmo utile a capire come si cambia nel corso del tempo ed agevolare, dunque, il riconoscimento facciale. Nulla di dimostrato, solo legittimi dubbi. Niente di male nel continuare a farlo, ma siccome l’ingenuità in epoca social non è più ammissibile nè perdonabile, l’importante è giocare in maniera consapevole.
(Lapresse/di Chiara Troiano)