Brexit, l’Ue è pronta al rinvio ma con garanzie e condizioni

Oggi un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che l'Unione non ha ancora ricevuto alcuna richiesta da Londra

A picture taken on March 14, 2018 shows European Union flags next to the European Commission headquarters in Brussels, adorned by a banner displaying its name in French, amongst others European languages. The use of French in today's EU bubble, that small world of European decision-making, has given way to English over the years. Amid the shock of Brexit, talk in Brussels was that English would be on the decline given that it was only an official langauge for small members Ireland and Malta. / AFP PHOTO / EMMANUEL DUNAND

BRUXELLES – L’Unione europea è pronta a dare luce verde al rinvio del divorzio con il Regno Unito. Ma non lo farà senza solide garanzie da parte di Londra. Lo hanno dichiarato fondi diplomatiche europee ad AFP, definendo “prematura” la discussione sulla durata del rinvio. L’Ue, secondo media britannici, rifletterebbe su un rinvio di vari mesi, non più di sole settimane.

Brexit, la linea dell’Unione europea

“Ci sono molte idee che circolano, sono sicuro che sia una di esse”, ha risposto una delle fonti sull’ipotesi di un rinvio. Ma ancora Londra deve presentare una domanda prima che se ne parli seriamente. Oggi un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che l’Ue non ha ancora ricevuto alcuna richiesta di rinvio da Londra. Spiegando che se essa fosse formulata dovrebbe essere argomentata, poi accettata “all’unanimità” dai 27 leader europei.

L’obiettivo è evitare un negozio senza accordo

Varie fonti diplomatiche ritengono che gli europei darebbero senza dubbio luce verde per evitare un divorzio senza accordo, ritenuto il peggiore degli scenari. Ma, dicono, lo farebbero senza contentezza e mettendo delle condizioni. “Non è così semplice dare più tempo”, ha sottolineato un funzionario europeo, sottolineando che lo scenario prolungherebbe ancora l’incertezza.

Regno Unito, l’avvertimento del leader laburista ai suoi deputati

Intanto il leader laburista britannico, Jeremy Corbyn, ha chiesto ai deputati del suo partito di non partecipare a colloqui sulla Brexit con il governo. A meno che quest’ultimo non escluda un no deal. I media britannici hanno diffuso la lettera che Corbyn ha inviato alle colleghe e ai colleghi. Vi “chiedo di rispettare quella condizione e di astenervi dall’impegnarvi con il governo, sino a quando il no deal sarà tolto dal tavolo”.

La premier ha proposto un confronto con le opposizioni

Prima, il leader laburista sottolinea nel testo che “la premier ha proposto di aprire colloqui con i partiti d’opposizione, tuttavia sono stato assolutamente chiaro sul fatto che ogni punto di partenza per colloqui sullo spezzare lo stallo sulla Brexit debba basarsi sul presupposto che la minaccia di un disastroso esito no deal sia escluso. Questa è una posizione che è stata adottata dalla prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon“.

(Lapresse/AFP)

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