Commercio estero, Istat: ad aprile cresce l’import, l’export bene ma crolla verso la Russia

Questa la fotografia scattata dai dati Istat di questa mattina.

ROMA – Ad aprile il commercio estero italiano registra una crescita sia sul mese che sull’anno, con l’import che avanza di oltre il 40% rispetto all’anno precedente e l’export che vede un aumento importante soprattutto verso l’area extra ue, fatta eccezione però per Russia, Cina e Giappone, dove le vendite sono in forte calo. Questa la fotografia scattata dai dati Istat di questa mattina.

Sul mese, la crescita tocca entrambi i flussi commerciali con l’estero, ma è più intensa per le importazioni (+7%) che per le esportazioni (+1,5%). A trainare l’export sono le vendite di energia e di beni di consumo non durevoli verso entrambe le aree, Ue (+1,2%) ed extra Ue (+1,8%). Sull’anno, la crescita delle esportazioni procede a ritmi ancora sostenuti, con incrementi diffusi a tutti i settori – eccetto gli autoveicoli – ma in netto rallentamento rispetto a marzo (+14,9% contro il +23,1% del mese precedente). In questo caso a guidare l’aumento è il mercato dell’area Ue (+17,7%) rispetto a quelli extra Ue (+11,9%). In particolare sono cresciuti i commerci con Stati Uniti (+ 18,9%), Germania (+13,5%) e Francia (+14,5%), mentre crollano le vendite verso la Russia (-48,4%), la Cina (-15,9%) e il Giappone (-17,2%). Sul fronte import, rispetto all’anno scorso l’Istat rileva un incremento del 42,4%, dovuto in larga parte al commercio con l’area extra Ue, che si attesta al +62,0%, mentre per l’area Ue è del +27,7%. Allo stesso tempo però non si arresta nemmeno ad aprile la corsa dei prezzi all’import – soprattutto per l’area non euro – che crescono del 2,7% su base mensile e accelerano su base annua, aumentando del 21,2% (contro il +19,0% di marzo), spinti da rialzi diffusi, più marcati per prodotti energetici e beni intermedi.

La bilancia commerciale italiana segna un disavanzo pari a 3 .666 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 5.871 milioni dello stesso mese del 2021, mentre il deficit energetico raggiunge i 9.111 milioni, contro i 2.849 milioni dell’anno precedente. Gli acquisti di gas naturale e di petrolio greggio contribuiscono per 15,9 punti percentuali al marcato incremento tendenziale dell’import italiano, sottolinea l’Istituto, osservando inoltre che nei primi quattro mesi dell’anno, “il deficit energetico si amplia ulteriormente – per effetto dei forti rialzi dei valori medi unitari all’import di gas, greggio e prodotti della raffinazione – e raggiunge i circa 31 miliardi”. Nello stesso periodo, “il deficit commerciale supera ampiamente i 10 miliardi, a fronte di un avanzo di oltre 17 miliardi dei primi quattro mesi del 2021”, evidenzia l’Istituto.

di Martina Regis

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