Comunali a Napoli: Fdi si sfila, a Maresca resta la Lega

Meloni rompe gli indugi e convoca Rastrelli: per il suo partito sarà corsa solitaria. Al Carroccio va bene restare nascosto sotto il simbolo civico, ma è strappo con gli alleati. Forza Italia perde pezzi

Fdi ai nastri di partenza per una corsa in solitaria alle Amministrative di Napoli. Stando a voci di palazzo, la leader Giorgia Meloni ha annullato l’incontro, previsto in settimana a Roma, con Catello Maresca, che doveva essere il candidato sindaco appoggiato dal centrodestra, e ha suonato la carica ai suoi: “Il nostro candidato è Sergio Rastrelli, corriamo da soli, tutti in lista per dare una mano”. L’occasione per rendere ufficiale tale decisione e dare il via alla campagna elettorale per Rastrelli sarà la presentazione all’ombra del Vesuvio del suo libro i primi di luglio. La Meloni non ci sta ad incassare le stoccate del magistrato in aspettativa, l’ultima clamorosa affermazione: “Dei partiti me ne fotto” non l’ha proprio digerita, e poco conta il parziale passo indietro delle ultime ore, il dado è tratto e ‘Giorgia’ ha deciso di lanciare un segnale chiaro a lui e agli alleati di Lega e Fi che con l’aspirante sindaco non vogliono rompere. Agli azzurri e ai leghisti va bene rinunciare al simbolo del partito e mischiarsi in una lista civica. Sarebbe il caso di dire fintamente civica poiché composta da chi ha in tasca tessere di partito e ci milita, magari anche rivestendo piccoli o grandi ruoli interni. Tutto si riduce a un mero calcolo politico. Per i berlusconiani un’operazione di questo tipo equivarrebbe alla salvezza poiché con il partito ridotto al lumicino, stremato dalle lotte interne, i vertici stanno incontrando non poche difficoltà a comporre le liste. A questo si aggiunge la concorrenza dell’ex responsabile cittadino Stanislao Lanzotti che, con una lista propria giocherà dal lato opposto del campo. Invece, per i salviniani ‘mischiarsi’ agli azzurri in un contenitore creato all’occorrenza equivarrebbe ad una scappatoia. In città il simbolo con Alberto da Giussano viene ancora collegato agli insulti che negli anni i leghisti, in primis Matteo Salvini, hanno riservato ai napoletani. La Meloni in questo è avvantaggiata poiché può contare sull’appoggio di buona parte della destra storica partenopea. L’unità del centrodestra è appesa a un filo, il tempo per ricucire lo strappo c’è, ma, ad oggi, pare che la ‘sorellina d’Italia’ non voglia sentir ragioni. Del resto a differenza degli alleati crede nella forza della ‘fiamma tricolore’ che identifica il suo partito, un candidato spendibile ce l’ha e anche uomini pronti a dare il proprio contributo candidandosi nella lista che sarà lei stessa a guidare. Il questore alle finanze della Camera Edmondo Cirielli, i consiglieri regionali Michele Schiano di Visconti e Marco Nonno, il consigliere comunale uscente Andrea Santoro, l’ex consigliere regionale Pietro Diodato e l’ex consigliere comunale Gennaro Castiello, sono pronti a dare il proprio contributo. Due sono le possibili strade per evitare la spaccatura del centrodestra nella terza città d’Italia oltre che capitale del Mezzogiorno. La prima è rappresentata dal ‘mea culpa’ di Maresca con il via libera ai simboli di partito a cui la Meloni non intende rinunciare. La seconda è che a fare un passo indietro siano Lega e Fi ritrovandosi a sostenere Rastrelli e non più Maresca. Ipotesi che, al momento, sembra meno probabile.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome