Comunali a Napoli, ‘riciclati’ con Manfredi: è bufera

La vittoria dipende dalle liste dei trasformisti, ma a sinistra lanciano appelli a vuoto

NAPOLI – Non li abbiamo contati perché ci vorrebbe una calcolatrice, ma tocca rendere conto dell’ennesimo appello, stavolta sotto forma di lettera aperta, dello scrittore Maurizio De Giovanni, stavolta in tandem con il senatore Sandro Ruotolo, relativo al turno elettorale del prossimo ottobre. Dopo aver firmato l’appello per Luigi De Magistris presidente della Calabria e quello per Ivo Poggiani presidente della terza municipalità di Napoli (che bene non ha portato al protagonista, non ricandidato), arriva il mega-pistolotto contro Salvatorina Romina Moretto, candidata al consiglio comunale di Napoli con la lista “Azzurri-Italia viva-Noi Sud-Popolari-Liberali-Riformisti” a sostegno di Gaetano Manfredi. Una lista che, dicono i soliti maliziosi, ha più nomi che voti, come due nomi ha pure Salvatorina Romina, eppure De Giovanni e Ruotolo la definiscono “la figlia di Vincenzo Moretto”, in maniera, ci consentiranno i due soloni, poco delicata.

In ogni caso, la lettera aperta, indirizzata a Manfredi, recita così: “C’è un punto che ci ha amareggiati profondamente. Eravamo a metà agosto”, scrivono Ruotolo e Manfredi, e immaginiamo i loro volti pensosi e contriti, “nel pieno delle proposte di candidature, quando trapela sui giornali il nome di un consigliere comunale della Lega, ex missino, tal Vincenzo Moretto, pronto a candidarsi in una delle tredici liste che sostengono Manfredi, Azzurri per Napoli. In politica come nella vita si può cambiare idea”, concedono i due, “ma quella candidatura nella lista dei transfughi del centro destra che non si riconosce nelle leadership di Meloni e di Salvini, ci sembrava incompatibile con i nostri valori, primo tra tutti l’antifascismo. Nell’immediatezza della nostra presa di posizione, siamo stati rassicurati dalle dichiarazioni pubbliche della segreteria di Manfredi. Ma nella notte della presentazione delle liste è comparso ed è rimasto il nome della figlia di Vincenzo Moretto. Non è un bel vedere una politica dove si alternano le dinastie. E non riguarda”, tengono a precisare Ruotolo e De Giovanni, “solo la candidatura Moretto. Abbiamo bisogno di definire il perimetro della coalizione. Tutti dentro è un rischio se non sono chiari valori e obiettivi, programmi e schieramenti. Ecco perché chiediamo ai candidati che sostengono Manfredi di dichiararsi pubblicamente antifascisti e antirazzisti. Per noi l’etica, la legalità, l’antimafia e la coerenza sono valori imprescindibili. Chiediamo a Gaetano Manfredi”, monitano Ruotolo e De Giovanni, “un impegno forte e pubblico che giunta e nomine siano effettuate in piena autonomia, di grande competenza e di limpida storia, sottratte ad ogni ingerenza, al manuale Cencelli, alle oscure motivazioni e sotto la sua unica e diretta responsabilità. Abbiamo bisogno che la città venga ricostruita. Ma per noi è fondamentale lasciarci alle spalle gli arnesi della vecchia politica”. C’è da restare allibiti: tutti, ma proprio tutti, sanno che la sorte elettorale di Manfredi dipende, oltre che dai risultati di Pd, M5s e sinistra, soprattutto dal bottino elettorale che otterranno le liste che gli sta mettendo a disposizione il presidente della Regione Vincenzo De Luca, tra l’altro letteralmente imbottite di riciclati dell’amministrazione guidata da Luigi De Magistris. Ruotolo e De Giovanni o vengono da Marte oppure sanno perfettamente che la giunta e le nomine verranno effettuate esattamente tenendo conto del manuale Cencelli, anzi del manuale De Luca-Mastella-Conte-Letta-Speranza. Prendono di mira una candidata alla prima esperienza, la attaccano sull’antirazzismo e l’antifascismo, ma dimenticano, o fingono di dimenticare, le decine e decine di candidati che si sono disinvoltamente tolti la giacca arancione o quella azzurra per indossare, in 24 ore, un bell’abito da cerimonia progressista. L’ultimo dei problemi della coalizione di Manfredi, è proprio Salvatorina Romina Moretto, dietro il cui cognome si nasconda il più imponente esercito di trasformisti politici che questa città abbia mai conosciuto. All’insaputa, a quanto pare, di Ruotolo e De Giovanni, antifascisti su Marte.

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