Confindustria, Boccia: “Fase 2? Confronto serrato, possibile modello italiano”

Le dichiarazioni del presidente di Confindustria sull'esito dell'Eurogruppo di ieri

Foto Richard Morgano/LaPresse

MILANO“Daremmo un 7. Intanto comincia ad esserci una consapevolezza in chiave europea. Occorre avere chiaro combattere due battaglie: una al virus e ai contagi e un’altra evitare che la recessione diventi anche depressione. L’asse franco-italiano-spagnolo comincia a dare un primato alla politica europea. Serve sia il Mes senza condizioni sia gli eurobond, che serviranno per una massiva dose di investimenti pubblici”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, parlando a Radio24 sull’esito dell’Eurogruppo di ieri.

Ognuno pagherà il suo debito

Prosegue Boccia: “Tutti gli Stati purtroppo ne usciranno con un incremento del debito purtroppo oggettivo dato dalle cause dell’emergenza e non da un’allegra spesa dei singoli di Stato. L’eurobond non dovrebbe essere un elemento di condivisione, andrebbe pagato su un periodo di lunghissimo termine, ognuno si paga la sua parte di debito ma usando uno strumento comune”.

Agire con grande responsabilità

“Ci stiamo muovendo con grande responsabilità e non sciacallaggio. Non c’è un’idea di un’economia che debba prevalere sulla salute. Dietro le imprese ci sono le preoccupazioni dei lavoratori e gente che vede un’incertezza di futuro perché non sa quando potrà aprire. Noi dovremo trasformare le preoccupazioni in speranza e in certezza con il tavolo. Nessuno ha mai immaginato che l’economia prevalga sulla salute, qualcuno ha fatto una sintesi volgare, non è rispettoso per un mondo come il nostro di grande responsabilità”.

Confronto serrato sulla Fase 2

“E’ evidente che nelle imprese i presidi sanitari saranno rispettati, siamo stati i primi a individuare un protocollo con i sindacati. Il problema non è delle singole imprese, ma bisogna vedere come fare in modo che la mobilità sia garantita dalla sicurezza. Se per arrivare nella fabbrica c’è una dimensione di rischiosità, va affrontata con onestà intellettuale. Purtroppo dobbiamo accettare di condividere con il virus”, ma occorre “un confronto serrato per una graduale ripresa”. “La comunità scientifica e gli esperti di economia dovrebbero con il governo e le parti sociali confrontarsi per costruire un modello italiano che potrebbe diventare modello europeo. Non possiamo andare avanti stando a casa per mesi o per anni, il che non significa che l’economia debba prevalere sulla salute”, ha aggiunto.

(LaPresse)

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