Consiglio dei ministri: oggi si discute il Documento programmatico

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 05-10-2021 Roma Conferenza stampa del Presidente del Consiglio Mario Draghi al termine del Consiglio dei Ministri Nella foto Mario Draghi Photo Roberto Monaldo / LaPresse 05-10-2021 Rome (Italy) Press conference by Prime Minister Mario Draghi at the end of the Council of Ministers In the pic Mario Draghi

ROMA – Oggi si discute il Documento programmatico in Consiglio dei Ministri. Sui banchi del governo una manovra da 25 miliardi. Nella giornata di ieri si sono aviti fitti colloqui tra il ministro Daniele Franco e le delegazioni dei partiti a cui è stato chiesto di elencare le priorità inerenti alla determinata forza politica. Molti i nodi da sciogliere. Tranne l’Italia, buona parte degli altri Paesi dell’Eurozona hanno già inviato il loro documento alla Commissione in cui si specificano le modalità di applicazione della legge di bilancio che intendono adottare.

Reddito di cittadinanza
Sul reddito di cittadinanza ci sarebbe da fare un lavoro strutturale in quanto così com’è si è rivelata solo un modo per aiutare i furbetti. L’importante sarebbe mantenere intatto l’impianto della misura con relativo finanziamento, già previsto a bilancio, di oltre 7 miliardi). Controlli preventivi mediante attraverso l’incrocio delle banche dati, con l’introduzione di un “meccanismo di decalage dell’assegno a partire dalla seconda offerta di lavoro rifiutata da parte dei beneficiari occupabili”. Di pari passo andrebbe anche la riforma complessiva degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, grazie anche ad un “percorso di formazione e reinserimento analogo per i percettori di Rdc, di Naspi o di altri ammortizzatori”

Quota 102
Una questione spinosa. L’idea alla Lega non piace e chiede ancor più flessibilità, ma neppure il centrosinistra sembra gradire, ipotizzando “un meccanismo più selettivo di sostegno a chi svolga lavori usuranti e alle donne”. Italia viva, dal canto suo chiede di “non destinare alle pensioni una parte sproporzionata della manovra”. In alternativa ci sarebbero altre soluzioni, ivi compreso l’Ape contributivo, così definita la proposta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, ovvero “consentire l’uscita anticipata da 63-64 anni con una penalizzazione dell’assegno fino al raggiungimento dei 67 anni”. Temi da discutere anche “l’ampliamento a nuove categorie dell’ape sociale, la proroga di Opzione donna e anche l’eventuale ampliamento del contratto di espansione”. Mentre in merito alla previdenza, ci sarebbe da snocciolare la questione dell’adeguamento degli assegni in essere all’inflazione.

Cuneo fiscale
E’ tutto ancora da definire il taglio del cuneo fiscale. Si dovrebbe partire da un minimo di 6 miliardi (i due già a bilancio e i 4,3 frutto dei maggiori incassi da lotta all’evasione certificati come strutturali) per arrivare ai 10 miliardi, mediante la riduzione dell’Irpef. Possibile anche l’ipotesi di cancellazione del Cuaf, (contributo che pagano i datori di lavoro per gli assegni familiari). Esclusa, almeno per ora, l’abolizione dell’Irap. Possibile, invece la sensibile diminuzione dell’Iva sugli assorbenti, ad oggi pari al 22%, ma che potrebbe essere portata al 4%, come già avviene per i prodotti biodegradabili.

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