Conte a Bruxelles dalla Von der Leyen: è la solita Italia che piace ai poteri forti

Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

Il premier Giuseppe Conte è a Bruxelles per l’incontro col presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen. E’ tornata la solita Italia che piace ai poteri forti. Non è più quella di Matteo Salvini, pronto a contestare le decisiono dell’Unione Europea.

Conte camaleontico

Non è il Conte di un mese fa che portava con sè l’Italia di Matteo Salvini, quella che sa farsi sentire, anche a Bruxelles. Oggi è un Conte che ha cambiato pelle, completamente diverso, con il ‘ramoscello di ulivo’ in mano. Forte anche del contentino ricevuto con Gentiloni agli Affari economici, ma sotto il giogo della supervisione di Valdis Dombrovskis che dovrà controllare tutto per quanto concerne i servizi finanziari.

I presenti

Con Ursola Von der Leyen a ricevere il premier italiano anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il presidente designato del Consiglio europeo Charles Michel e i presidenti uscenti di Commissione e Consiglio, Jean Claude Juncker e Donald Tusk.

Conte e il ‘ramoscello d’ulivo’

“L’Italia ora è cambiata, è un Paese più stabile, più ancorato all’Europa, più moderato, che intende offrire un contributo alle principali riforme della costruzione europea, in primo luogo revisione del patto di Stabilità e immigrazione, non è più il governo con Salvini”, così Giuseppe Conte. Questa è l’Italia che oggi sarà a Bruxelles: sul tavolo, la flessibilità e la questione migranti.

E il premier aggiunge: “Subito al lavoro. A Bruxelles si prospetta una giornata fitta di incontri con i vertici delle Istituzioni comunitarie. In Europa non abbiamo tempo da perdere, ritengo sia prioritario accelerare per raggiungere tre obiettivi fondamentali e strategici per l’Italia e gli interessi degli italiani: la modifica del Patto di stabilità a favore della crescita, il superamento del Regolamento di Dublino sui flussi migratori, un regime di misure e interventi straordinari che favoriscano la crescita e lo sviluppo del nostro Mezzogiorno”.

Le richieste

“Occorre sostenere gli investimenti, a partire da quelli ambientali e sociali nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che dia nuovo impulso al mercato del lavoro italiano, evitando un’impostazione di bilancio pro-ciclica non adeguata alle prospettive economiche del continente.

Sul tema migratorio – sottolinea – intendo continuare a lavorare strenuamente per una gestione multilivello, strutturale e non emergenziale dei flussi migratori e raggiungere un’intesa su un meccanismo automatico di sbarchi e redistribuzione, con un’efficace politica europea dei rimpatri. Quanto al nostro Mezzogiorno, dobbiamo provare a ottenere dall’Europa il riconoscimento di uno statuto speciale per poter varare misure straordinarie per lo sviluppo”.

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